Con il restyling la Rapide S ha guadagnato un nuovo frontale, con la
calandra grande e imponente (simile a quella della V12 Zagato). La fiancata cela le quattro porte e il
tutto si conclude in una coda ben proporzionata, dove risalta l’assale
posteriore con i grandi pneumatici da 20 pollici. Le porte si aprono, come su tutte le ultime Aston
Martin, ruotando leggermente verso l'alto. Nell'abitacolo, contraddistinto da materiali di pregio, come da tradizione della Casa, domina l'imponente console
centrale che in cima ospita lo schermo del
sistema di navigazione a scomparsa. Il nuovo V12, inoltre, è stato montato 19 mm più
in basso rispetto al precedente, un dettaglio di rilievo
nella messa a punto dell'assetto e del bilanciamento dei pesi. VInfine, è stata
rivista anche la taratura del controllo di stabilità Dsc ed è stato
adottato di serie il nuovo sistema di ammortizzatori a controllo
elettronico Adaptive Damping System.
Come va. quando si va in soupplesse, il 12 cilindri sembra sonnecchiare
sotto al lungo cofano, accompagnato da un’acustica sensazionale quanto
discreta. Ma anche quando il ritmo sale, non se ne ha quasi la percezione, perché
l’abitacolo è ben isolato dall’esterno. Le cose
cambiano radicalmente quando si usufruisce dei tre pulsanti posti alla
base della console. Il primo interviene sulla mappatura del motore e dà libero sfogo agli scarichi, il secondo irrigidisce l’assetto e il terzo
riduce l’intervento dell’Esp. E così la Rapide S cambia carattere,
completamente. Secondo la Casa, può raggiungere i 327 km/h e toccaere i 100 km/h con partenza da
fermo in 4,4 secondi. Ma è la reattività dell’assetto, la rapidità con
cui risponde ai comandi a impressionare di più. Il tutto ben assecondato dal cambio automatico a
otto marce, che non fa una piega anche quando gli si chiede una marcia al
limite dei giri.