Grazie ai suoi mille cavalli, la SF90 (dove SF sta per Scuderia Ferrari e 90 segna il compleanno del team fondato dal Drake il 16 novembre del 1929) è la Ferrari di serie più potente e veloce di sempre. Destinata a segnare un punto di svolta nell'empireo delle hypercar, rappresenta uno spartiacque nella progettazione automobilistica nel suo insieme. La Ferrari ha deciso di rivoluzionare la nozione stessa della tipologia, ponendosi come priorità l'inserimento nell'equazione ingegneristica di un'istanza finora non prioritaria in questo empireo: la sostenibilità. Per farlo, ha scelto la via più difficile, "inventandosi" una vettura V8 turbo ibrida plug-in capace di segnare diversi record per una Ferrari di serie: 0-100 in due secondi e mezzo, 0-200 in sei secondi e sette. Tutto questo, emettendo, in virtù dell'elettrificazione, soli 146 grammi di CO2 per chilometro. Una volta a bordo, la prima impressione è che, al di là di alcune furbe strizzate d'occhio a uso dei nostalgici (tipo i comandi del cambio disposti in modo da evocare la griglia cromata del tempo che fu), l'esperienza di vita nell'abitacolo sia davvero cambiata. A cominciare dal volante, che è il fulcro della nuova interfaccia uomo-macchina. L'unica cosa rimasta uguale a prima è il manettino sulla destra. Il resto è stato riprogettato da zero, andando addirittura a eliminare un particolare iconico come il pulsantone rosso dello "Start", sostituito da un modesto tastino "Touch", che una volta premuto dà vita non soltanto all'auto, ma anche all'intero volante. Che, da nero com'è in quiescenza, di colpo s'illumina per rivelare i comandi con cui gestire questa astronave. Il volante include la vera porta d'accesso al mondo nuovo della Ferrari, ovvero l'e-manettino con cui si sceglie la modalità di propulsione. Quattro le posizioni: eDrive (solo elettrico), Hybrid (il motore termico lavora in sinergia con i due elettrici sulle ruote anteriori), Performance (V8 sempre acceso e mantenimento della carica della batteria da 7,9 kW/h) e infine Qualify (che consente di sfruttare appieno il sistema a discapito, però, della carica).
Come va. All'avviamento, la modalità di default è l'Hybrid, quindi ci si ritrova catapultati nella straniante esperienza di una Ferrari che avanza nel traffico nel più totale silenzio. I due motori elettrici sulle ruote davanti, oltre a garantire la trazione integrale e il conseguente torque vectoring, offrono 25 chilometri di range. Non tantissimi, ma veri. Al sistema ibrido plug-in si affianca la perfezione dinamica delle ultime Ferrari. La sensazione primaria è di leggerezza, caratteristica per nulla scontata quando devi gestire 1.000 cavalli che ti proiettano a velocità da decollo in meno di dieci secondi. Si capisce subito il gran lavoro fatto su materiali e centri di gravità per compensare l'aumento di peso dell'ibrido (il solo doppia frizione a otto marce guadagna dieci chili sul precedente a sette rapporti: hanno tolto addirittura i ruotismi della retromarcia, per arretrare con la SF entrano in gioco i due motori elettrici). Un’ultima precisazione: la SF90 non è la prima Ferrari ibrida di serie (il primato va alla LaFerrari del 2013), ma di sicuro porta l'elettrificazione di Maranello a un livello più alto. Qui, infatti, le unità a batteria sono tre, con una potenza complessiva di 220 cavalli: uno posto tra il V8 biturbo di quattro litri e il cambio a otto marce, e due anteriori, che agiscono separatamente su ciascuna ruota, così da realizzare la trazione integrale e la distribuzione a piacere della coppia sui due lati dell'avantreno.