La sesta generazione della muscle car americana è sicuramente più moderna, ma sotto diversi aspetti neanche troppo diversa dalla precedente. Oltre che per alcuni stilemi classici, come le luci posteriori a tre elementi o i piccoli baffi (ora luminosi) sul frontale, la nuova Mustang è facilmente riconoscibile per il suo caratteristico profilo e il consueto pony al galoppo sulla calandra a bocca di squalo. L'operazione di apertura (e chiusura) automatica della capote si completa in 12 secondi (dopo aver sbloccato la maniglia di aggancio). I posti dietro sono poco più che di fortuna e certo non accessibili con facilità. Davanti, ovviamente, c'è più spazio a disposizione, ma senza abbondare. Per contro, la capacità di carico è considerevole per una cabriolet, anche se il vano non è molto regolare e ha una soglia un po' elevata.
Come va: offre una buona stabilità complessiva e l'assetto le consente di trovarsi bene anche tra i cordoli. Lo sterzo non è prontissimo, ma sufficientemente progressivo per poter avere un discreto feedback, specie in modalità Sport (una delle tre possibili regolazioni del setup). I freni sono molto efficaci su tutti i tipi di fondo, mentre il confort è abbastanza soddisfacente, considerate le caratteristiche della vettura, con le sospensioni non sono troppo dure, ma che s'irrigidiscono sullo sconnesso.
Pregi: le prestazioni sono il suo punto va forte sia in accelerazione sia in ripresa e l'impianto frenante è perfetto: potente, ben bilanciato, infaticabile.
Difetti: il sei marce americano lascia un po' a desiderare quanto a rapidità. Abitabilità: sulla carta i posti sono quattro, ma nella realtà i due dietro soffrono.