La sigla con cui è stata battezzata lascia intuire che si tratta di una versione più "stradale" e più confortevole rispetto alle sorelle con la S, anche se il motore è lo stesso: il V8
3.8 biturbo da 570 CV e 600 Nm di coppia, abbinato al cambio automatico a 7
rapporti, e le prestazioni analoghe. La GT tocca i 100 orari con partenza da fermo in 3,4 secondi e raggiunge una
velocità massima di 328 km/h. La sua vocazione da granturismo è enfatizzata dalla soluzione adottata per ampliare la capacità di carico: uno sportello-lunotto di vetro ad apertura laterale, che dà accesso a un piccolo vano da 220 litri di capacità, a cui si aggiunge lo spazio sotto il cofano anteriore. I freni carboceramici qui sono
sostituiti da dischi di materiale tradizionale: i tecnici hanno preferito l’acciaio perché,
alle velocità stradali, garantisce un feeling più morbido e progressivo.
In ogni caso i dischi di composito sono disponibili a richiesta.
Come va: sul tunnel sono presenti i due classici manettini McLaren: uno per il comparto motore/cambio, l’altro
per il telaio. E quando si passa alla "T" di Track, si fa fatica a immaginare di essere al volante di una Gran Turismo. Anche se, persino con i settaggi estremi, non ha mai nulla di selvaggio o
scontroso. La precisione nel rispondere agli input del pilota è impeccabile, anche quando si comincia a giocare con i limiti, suoi e tuoi. L'assetto magari è un pochino più morbido, forse meno aggressivo rispetto alle sorelle, ma il coinvolgimento di guida rimane a livelli
straordinari. Merito soprattutto dell’avantreno, che s’infila nelle
curve con un’efficacia che è seconda solo alla sensazione che tutto stia
accadendo senza il minimo sforzo.