L'erede della Colt non è una monovolume come il nome, preso in prestito dal passato, lascerebbe intendere. Inoltre, si posiziona nella fascia di minori dimensioni tra le piccole, sotto i 4 metri di lunghezza. Comunque lo spazio interno non manca, rifinito discretamente anche se con soluzioni economiche. E, in proporzione, anche il bagagliaio è di tutto rispetto. Con il restyling ha guadagnato un nuovo frontale, fari e griglia sono stati ridisegnati, le cromature nelle cornici e nervature sul cofano le conferiscono un’aria più elegante e dinamica. Si è allungata un pochino (9 centimetri), arrivando a quota 3,8 metri, principalmente a causa della sagomatura del paraurti posteriore, ma di base è la stessa citycar. Tra le novità più importanti, spiccano il volante con i comandi dell’autoradio e il touchscreen da 6,5”, con navigatore e connettività con lo smartphone, compatibile con gli standard Apple CarPlay e Android Auto.
Come va: la Space Star non è un fulmine, ma si muove con disinvoltura nel traffico. Rumorosità e vibrazioni sono nella norma, mai troppo fastidiose. La guida è turistica, sterzo incluso: leggero in manovra, non troppo preciso, con ritorno poco graduale. In ogni caso, si può macinare strada in modo confortevole, a patto di restare sui 110-120. Efficace il lavoro delle sospensioni anteriori, mentre dietro la risposta è più rigida.
Pregi: consumi molto contenuti, notevole dotazione di serie
Difetti: ripresa particolarmente lenta