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Jojob
Il car pooling aziendale è quasi un "social" per pendolari

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Il car pooling aziendale è quasi un "social" per pendolari
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Un network di pendolari organizzati (non necessariamente dipendenti della stessa ditta) per condividere l'auto negli spostamenti casa-lavoro: è la "base" di Jojob, una piattaforma di car pooling aziendale sviluppata a Torino che punta alla sostenibilità e all'ottimizzazione dei viaggi quotidiani.

Una rete interaziendale. Nata nel 2014 dalla start-up di car pooling privato Bringme, ideata dal 34enne Gerard Albertengo e incubata presso il Politecnico, Jojob si appoggia a web e app, disponibile sia per iOS che Android. Per gli utenti, il vantaggio è quello di poter entrare in contatto con colleghi di lavoro della stessa azienda, ma anche di altre attività che si trovano nelle vicinanze: il network di contatti, creato su web e visibile su una mappa, permette di gestire i viaggi anche con dipendenti di imprese diverse, magari più piccole. In sostanza, non è indispensabile che il datore di lavoro aderisca formalmente al progetto: Jojob punta infatti a "cluster interaziendali", distretti in cui il car pooling di un soggetto più grande attira utenti provenienti da altri "satelliti", espandendo una rete altrimenti limitata. Insomma, la chiave è quasi social.

Come funziona. Secondo i responsabili di Jojob, oggi in Italia ci sono circa 17 milioni di pendolari, mentre il risparmio medio annuale di chi utilizza il car pooling va dai 400 euro (per tragitti casa-lavoro di 10 chilometri) a più di duemila (per 60 km o più). Il servizio è accessibile via web, dove viene creato un profilo personale per la ricerca dei contatti: se l'azienda ha aderito si inserisce il relativo codice, ma sono ammessi anche car pooler "indipendenti". L'app, invece, serve per gestire i viaggi veri e propri: gli utenti possono scegliere se essere driver o passeggeri ed è sufficiente una passata della fotocamera sul QR Code per associare autista e ospiti. Una volta giunti a destinazione, basta un tap sullo schermo per inviare i dati al sistema: Jojob tiene traccia dei chilometri percorsi e calcola i chilogrammi di CO2 risparmiati, assegnando anche punti (espressi in foglioline verdi) che possono essere spesi per attivare voucher, sconti o promozioni presso partner della ristorazione, del wellness o dello sport. Per ora, gli iscritti si devono organizzare in proprio: l'app lascia agli utenti la libertà di impostare i viaggi, la condivisione delle spese o di eventuali turni di guida. Gli stessi contatti per la "logistica" avvengono tramite telefonate, ma in futuro il sistema potrebbe evolversi e permettere anche una localizzazione degli utenti su una mappa, oppure offrire notifiche push per gestire ritardi o imprevisti. "Anche il supporto per pagamenti digitali – spiega Albertengo – verrà introdotto quando la community sarà sufficientemente ampia".

Le statistiche per le aziende. Per i dipendenti, l'obiettivo è innanzitutto il risparmio economico. Sul fronte aziendale, invece, i vantaggi della piattaforma si traducono nell'accesso ai dati sul taglio di CO2, utili per ottenere certificazioni ambientali, energetiche e di social responsibility, o da inserire nei bilanci di sostenibilità: per questo, Jojob mette a disposizione un'area web, con informazioni sia di carattere globale che sulle singole sedi aziendali. Nel monitoraggio sono inclusi il numero di dipendenti che hanno aderito al servizio, le richieste di contatto, i chilometri percorsi, i chilogrammi di CO2 risparmiati, le distanze e i mezzi di trasporto utilizzati per recarsi al lavoro.

Le prospettive. Oggi, Jojob conta circa 10 mila utenti: tra le aziende che hanno già aderito al progetto ci sono la catena di supermercati Auchan e la Kedrion, con sede vicino a Lucca, ma gli occhi sono puntati anche all'estero (ad esempio la Svizzera). Per le imprese sotto i 100 dipendenti il servizio è offerto gratuitamente, mentre con numeri superiori il fee di adesione è calcolato in base a dimensioni della forza lavoro e alle sedi: la "forbice" varia generalmente tra i 2 e i 4 mila euro. Oltre al fondatore Albertengo, negli uffici di Jojob (ricavati in uno spazio di co-working dell'incubatore del Politecnico) lavorano altre tre persone, mentre la rete di collaboratori e sviluppatori porta il totale a una decina. L'iniziativa è sostenuta da un investimento iniziale di un fondo e dai propri contratti, ma entro giugno i responsabili si attendono l'arrivo di un'altra iniezione di capitale. 

Davide Comunello

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