Il parlamento sdogana i monopattini, saranno come le biciclette
Monopattini come biciclette. Lo prevede un emendamento al Codice della strada approvato in commissione Bilancio al Senato nell’ambito della discussione sul disegno di legge di bilancio per il 2020. Dall’1 gennaio, dunque, se il testo sarà approvato dal parlamento, i monopattini di potenza fino a 500 Watt (ma non gli altri acceleratori di andatura come segway, hoverboard e monowheel) potranno circolare liberamente sulle strade, senza particolari formalità. E, quindi, senza obbligo di casco e di assicurazione e, al contrario di quanto prevedono le norme sulla sperimentazione a cui hanno aderito alcune città, senza obbligo di patente AM per i minori di 18 anni e senza obbligo di giubbino riflettente in condizioni di scarsa visibilità.
Due correnti di pensiero. La modifica al Codice della strada, infatti, spazza via ogni dubbio sulla natura dei monopattini elettrici che si è sviluppata nei mesi scorsi tra gli addetti ai lavori: da una parte l’interpretazione draconianamente restrittiva della polizia municipale di Torino, che con una circolare li aveva equiparati ai ciclomotori vietandone tout-court, quindi, ogni utilizzo considerando che si tratta di mezzi non targati e, quindi, non assicurabili; dall’altra la polizia municipale di Verona che, al contrario, in una circolare estremamente dettagliata dello scorso ottobre, li ha sempre considerati acceleratori di andatura, analogamente ai monopattini non elettrici, liberalizzandone quindi l’utilizzo nelle piste ciclabili (non esplicitamente vietato dal Codice della strada).
Resta in vigore la sperimentazione. Da notare che la modifica, ammesso che sia approvata dal Parlamento, si sovrapporrà in parte (senza sostituirla) alla norma che autorizza la sperimentazione di monopattini elettrici, segway, hoverboard e monowheel, prevista dalla legge di bilancio per il 2019 e disciplinata da un decreto ministeriale del giugno scorso. Norma che dà facoltà alle amministrazioni comunali di autorizzare la circolazione di questi mezzi, previa delibera di giunta e installazione di apposita segnaletica, nelle piste ciclabili, nelle aree pedonali e sulle strade con limite di velocità di 30 km/h. Sperimentazione che, tra l’altro, è partita proprio ieri a Milano e nelle scorse settimane in molte altre città italiane.
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