Al vaglio l'introduzione di una tassa "pay per use" sull'utilizzo delle strade
Dopo l’annuncio del governo Johnson, intenzionato a bloccare dal 2030 la vendita di auto endotermiche, in Gran Bretagna si torna a parlare anche del cosiddetto road pricing. L’iniziativa, sottoposta al vaglio del cancelliere dello Scacchiere e del Tesoro, Rishi Sunak, punta a far pagare agli automobilisti una tassa sull’utilizzo delle pubbliche strade basata sul chilometraggio effettivamente percorso. Lo scopo? Compensare la drastica riduzione del gettito fiscale derivante dallo stop alle immatricolazioni di vetture a benzina e a gasolio. Tra le mancate accise sul carburante e altri tagli agli introiti (a partire dal bollo), verranno a mancare circa 40 miliardi di sterline (45 miliardi euro): soldi che il governo ritiene fondamentali per mantenere le infrastrutture, e che quindi vanno recuperati in altro modo.
Valutazioni in corso. La strategia del road pricing non è nuova, soprattutto nel Regno Unito: già con Blair, l'esecutivo aveva ragionato su un’ipotesi del genere, comprensibilmente poco amata dal pubblico e quindi immediatamente accantonata. Perciò, anche l’amministrazione attuale si sta muovendo con i piedi di piombo e ha definito tale soluzione "molto interessante", anche se "non di imminente introduzione". Tuttavia, rispetto a 13 anni fa lo scenario è cambiato e l’introduzione di misure compensative allo stop delle auto a gasolio e a benzina si fa più urgente: specialmente dopo che Boris Johnson ha, di fatto, anticipato di un decennio il bando alle endotermiche (inizialmente si parlava del 2040).
Coinvolgere anche le elettriche. Come detto, al momento non è stata presa alcuna decisione: si sa che la tassazione potrebbe prevedere uno schema basato sull’utilizzo effettivo dell’auto calcolato attraverso il Gps, ma non ci sono ancora indicazioni chiare sui termini di un’eventuale applicazione. E già si discute sulla possibile esenzione dalla misura - almeno nella fase iniziale - delle auto elettriche. In particolare il Rac, che potremmo considerare un equivalente oltremanica dell'Aci, ha sollevato la questione: "Benché non pagare la tassa automobilistica costituisca, adesso, un incentivo per passare all’elettrico", ha detto il responsabile delle politiche stradali, Nicholas Lyes "molto presto avremo bisogno di un sistema che possa distribuire in modo equo le imposte tra veicoli ad alimentazione tradizionale e a emissioni zero". In Gran Bretagna, i proprietari di auto a benzina e a gasolio pagano circa 58 centesimi al litro di tassa sul carburante.
Ricorsi storici. Le vicende inglesi riecheggiano quelle statunitensi (ne abbiamo scritto su Quattroruote di novembre 2012), quando il diffondersi di tecnologie più efficienti ha ridotto i consumi di benzina nella terra dei V8 e, di conseguenza, impoverito le casse pubbliche. Lo stesso effetto generato più recentemente dall’avvento delle ibride plug-in e delle elettriche, soprattutto negli Stati che le incentivano profumatamente. Di qui, dunque, la necessità di compensare gli effetti con soluzioni pay per use (ovvero in base all’utilizzo) e il ritorno in auge di misure che spostano le tasse dall’acquisto all’utilizzo, anche di elettriche: una linea sostenuta da Quattroruote e già espressa nell’editoriale che vi proponiamo qui sotto, tratto dal numero 771 di novembre 2019.
COMMENTI
PROSSIMO ARTICOLO
Incentivi auto
I contributi sono nuovamente prenotabili
I venditori potranno accedere alla piattaforma del ministero dalle ore 10 del 18 gennaio: l’erogazione del bonus 2021 vale anche per i contratti stipulati dall’inizio del mese
PER NOI LA TUA PRIVACY È IMPORTANTE
Siamo consapevoli del valore che hanno i tuoi dati personali, vogliamo proteggerli in un modo responsabile e trattarli soltanto nei limiti delle finalità comunicate tramite informative aggiornate, chiare e trasparenti.