Bocciato il divieto di circolazione delle auto storiche
È stato accolto il ricorso straordinario presentato dall’Asi, Automotoclub storico italiano, contro le limitazioni della circolazione veicolari stabilite dal Comune, dalla Città metropolitana di Torino e dalla Regione Piemonte nell’ottobre 2019: misure trancianti che, in buona sostanza, prevedevano il divieto assoluto di circolazione per le auto storiche. Sarebbe stato perfino impossibile recarsi in officina, o partecipare a manifestazioni di settore, anche al di fuori dal territorio regionale. Un paradosso per la città culla dell’auto italiana e uno schiaffo alle migliaia di appassionati che con le rispettive vetture di interesse storico e collezionistico percorrono poche centinaia di chilometri all’anno, quelli strettamente necessari per mantenere le vetture in perfetta efficienza meccanica. I per condurle, in genere durante la bella stagione, a manifestazioni, mostre, esibizioni, raduni.
Lo 0,8% del circolante. “In Italia”, spiegò all’epoca Alberto Scuro, presidente dell’Automotoclub Storico Italiano, “circolano 56 milioni di veicoli e, di questi, quelli vecchi (intesi come ultraventennali) sono 12 milioni. Sono i dati ufficiali forniti dalla Motorizzazione. I veicoli storici, invece, sono quelli ultraventennali in possesso di un Certificato di Rilevanza Storica (documento introdotto dallo Stato nel 2009) che a oggi sono meno di 400.000 in tutta Italia: lo 0,8% del totale circolante”. Sulla base di questi numeri partì il ricorso, accolto, fa sapere l’Asi in una nota, per “difetto di istruttoria, eccesso di potere per irragionevolezza e lesione del principio di proporzionalità e adeguatezza”. In pratica, secondo il Consiglio di Stato “i veicoli forniti di Certificato di Rilevanza Storica avrebbero meritato una regolamentazione differenziata” alla luce del fatto che “risulta dimostrato che l’impatto emissivo dei veicoli storici è da ritenersi scarsamente apprezzabile”. Insomma, i mezzi storici meritano una diversa declinazione dei divieti “che tenga conto della salvaguardia dei valori e degli interessi del collezionismo privato”.
COMMENTI