Multe, fuorilegge un Comune su due
Sulle multe, metà dei Comuni italiani è fuorilegge. Lo rivela il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in risposta a un’interrogazione del deputato di Forza Italia Simone Baldelli: sui 7.903 enti risultanti dall’ultimo aggiornamento Istat, solo 4.695 hanno inserito sulla piattaforma informatica del ministero dell’Interno, entro la scadenza del 30 settembre, la relazione dettagliata sui proventi 2019 delle sanzioni amministrative e sul loro utilizzo. Appena il 59,4%. Tuttavia, rivela il dicastero di Piazza di Porta Pia, di queste relazioni 4.015 - poco più della metà - risultano "regolari" e 680 irregolari. Solo un’amministrazione ha evidenziato l’impossibilità di procedere all’inserimento dei dati per difficoltà tecniche, provvedendo comunque all’invio di una relazione cartacea. Modalità, rivela il ministero, utilizzata anche da qualche altro ente.
Proroga di quattro mesi. La cosa incredibile è che per adempiere a questo obbligo, previsto per la prima volta entro il 31 maggio di quest'anno, le amministrazioni hanno beneficiato anche di una proroga di quattro mesi, generosamente concessa dal ministero dell'Interno a causa dell’emergenza Covid-19. Ma la cosa più incredibile è che per obbligare gli enti locali a rendicontare i proventi delle multe ci sono voluti ben dieci anni: quest’obbligo, infatti, fu introdotto con la legge 120/2010, l’ultima grande riforma del Codice della strada, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 29 luglio 2010. La legge, tuttavia, come spesso accade a norme che hanno bisogno di essere compiutamente disciplinate, ne demandò l’attuazione a un successivo decreto del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, "di concerto con il ministro dell'Interno, sentita la Conferenza Stato-Città e autonomie locali". Decreto che però, a causa dell’ostruzionismo dei Comuni, è arrivato in porto solo a fine 2019.
Baldelli (FI): il governo multi i Comuni. "Il governo porti in parlamento e pubblichi questi dati", ha twittato Baldelli. "E multi i Comuni che hanno violato il Codice della strada come gli stessi Comuni fanno con gli automobilisti trasgressori". La norma, infatti, prevede sanzioni per le amministrazioni inadempienti: per l’ente che non ha trasmesso la relazione o che avrà utilizzato i soldi delle multe in maniera diversa da quanto previsto dal Codice della strada, cioè prevalentemente per il miglioramento della sicurezza stradale, è prevista una decurtazione del 90% della parte di proventi da violazione dei limiti di velocità accertate su strade di proprietà di un altro ente, che per legge devono essere divise a metà tra i due enti. Non solo. Il responsabile dell’inadempimento è perseguibile, disciplinarmente e per danno erariale.
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