La banda dei fari colpisce ancora
La banda dei fari torna a colpire. L’ultima segnalazione ci arriva da un Comune alle porte di Milano, dove una serie di auto posteggiate allo scoperto sono state “scavate” agli angoli del frontale e private dei proiettori da un manipolo di delinquenti, pronti a vandalizzare per poi rivendere i pezzi. Una storia che, purtroppo, ciclicamente si ripete.
Come agiscono. In passato, abbiamo più volte dato conto di episodi del genere. Mostrandovi, tra l’altro, il modus operandi tipico di questi malfattori, capaci di colpire nel giro di minuti, se non meno: tempo fa circolava un video in cui i fari di una Porsche Panamera venivano smontati in 45 secondi. In effetti, l’operazione è relativamente semplice, per chi è del mestiere. Armati solitamente di un seghetto a batteria, i ladri applicano un taglio di pochi centimetri all’altezza dell'attacco del parafango, a entrambe le estremità; quindi, sradicano la griglia della vettura per poter sollevare il cofano. Così facendo, si guadagnano accesso libero agli attacchi dei fari, sia quelli inferiori, sia quelli superiori. Con cautela per non danneggiare il prezioso elemento da rivendere, i delinquenti sganciano i gruppi ottici dai rispettivi punti di ancoraggio e, dopo aver tagliato i cablaggi, li asportano definitivamente.
Conto salato. Lo smercio dei singoli pezzi rubati - in questo caso luci a Led o allo xeno - può portare nelle tasche dei ladri qualche centinaia di euro. La cifra che può rimetterci il malcapitato proprietario dell’auto, però, può essere superiore: specialmente in assenza di specifiche coperture assicurative. Ma anche avendo una polizza che tutela il cliente in simili circostanze, si corre il rischio di non essere risarciti per intero dalle compagnie, tra scoperti, franchigia e degrado d’uso. Questo perché il furto dei proiettori comporta danni piuttosto estesi anche ad altre componenti (griglia, paraurti), senza contare l’incidenza dei cablaggi: sostituirli richiede un lungo e costoso lavoro di manodopera. Alla fine, il conto può ammontare a migliaia di euro. E lo stesso vale per altri tipi di ruberie sulle auto: catalizzatori, infotainment, batterie. Perciò, se voi lettori siete a conoscenza di episodi del genere, non esitate a segnalarceli all'indirizzo redazione@quattroruote.it: anche in futuro, continueremo a tenerne traccia sul sito di Quattroruote.
COMMENTI([NUM]) NESSUN COMMENTO
Per eventuali chiarimenti la preghiamo di contattarci all'indirizzo web@edidomus.it