Quando una sportiva in divisa ti salva la vita
In un “normale” giorno di servizio le chiamate ai Carabinieri sono centinaia, ma quando provengono dal 118, potete star sicuri che non è un banale furto nel garage. E proprio l’altro ieri al Nucleo Radiomobile di Milano è arrivata, con preavviso pari a zero, una telefonata dal Centro Operativo per il trasporto urgentissimo di organi da trapiantare. Ve l’abbiamo raccontato un po’ di tempo fa: per questi servizi salvavita la Benemerita ha un’arma formidabile, una Giulia Quadrifoglio donata dall’Alfa Romeo, che in uno dei rari momenti liberi abbiamo portato sulla nostra pista lo scorso aprile. Un’auto da 510 CV che solo tre carabinieri in Lombardia sono abilitati a guidare, reperibili 24 ore su 24.
Questione di vita o di morte. A ricevere la chiamata questa volta c’era Marco Cecchini, carabiniere scelto, e il suo collega appuntato scelto Damiano Carta, che sono rientrati al volo nella sede di Via Vincenzo Monti dove la Giulia era già pronta a partire. Hanno raggiunto l’ospedale Sant’Anna di Como, nel comune di San Fermo della Battaglia, per prepararsi al trasporto di un fegato e due reni. “Siamo partiti alle 8.40 con i lampeggianti e le sirene, in un traffico che è quello tipico di Milano al mattino. Ma quando c’è un’urgenza di questo tipo… arriva la chiamata e ti scorre subito l’adrenalina in corpo. Se il preavviso è così breve, sappiamo che la situazione dei riceventi è grave e non c’è tempo da perdere, nemmeno 10 minuti, perché l’organo può essere inutilizzabile e il paziente è già in sala operatoria, proprio com’è successo ieri”. Fatto sta che l’Autostrada dei Laghi ha visto sfrecciare l’Alfa in divisa, arrivare a Como in 20 minuti e in altrettanti raggiungere l’Ospedale di Niguarda a Milano.
Sicurezza totale anche in emergenza. “Ovviamente, anche se teniamo un’andatura da emergenza, la sicurezza è totale. Già durante i normali servizi l’impegno nella guida è al massimo, ma in casi come questo lo è dieci volte di più, perché l’organo deve arrivare integro il più velocemente possibile, ed è per questo che ci hanno scelto; stiamo salvando la vita di qualcuno. L’équipe medica ci ha fatto i complimenti e per noi è stata un’emozione. Siamo andati molto veloci, ma abbiamo una macchina che lo permette per sicurezza e prestazioni”.
Prestazioni da supercar. Ma il servizio di Marco e Damiano non era ancora finito: dopo Niguarda, i restanti organi avevano un altro ricevente al Policlinico, e la corsa della Giulia ha proseguito per le vie cittadine fino al centro. “Qualcuno dice che per trasportare gli organi bisognerebbe usare l’elicottero perché è più sicuro, ma non è così: un’auto veloce è quel che ci vuole, perché gli elicotteri hanno un tempo di preparazione al volo molto più lungo, anche se in aria sono più rapidi, e il loro costo è altissimo. Siamo in pochi a guidare la Giulia; un’auto del genere è un orgoglio nazionale e dell’Arma, che ha sempre avuto delle Alfa Romeo in servizio. Guidiamo una vettura con prestazioni da supercar per un servizio alla collettività fatto con il cuore, oltre che col cervello, ed è bello, anche se è difficile spiegarlo a parole”.
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