I 20 anni della cabrio trasformista - FOTO GALLERY
Gli anni 90 e il decennio successivo rappresentano un periodo molto vivace per il mercato delle auto scoperte. All’epoca, molti marchi generalisti offrivano ancora ai propri clienti una o più vetture per i viaggi en plein air, con la novità – a dire il vero, una vecchia idea riportata in auge da Mercedes e Peugeot – dell’hard top retraibile elettricamente, che diventò di gran moda all’inizio del millennio. Una piccola scoperta, tuttavia, si fece notare per alcune soluzioni originali e in controtendenza rispetto alle coeve open top: parliamo della Citroën C3 Pluriel, un’auto trasformista. Proprio così: come suggerisce il suo nome, Pluriel, la vettura derivata dalla C3 poteva assumere molteplici forme, traendo spunto dal glorioso passato del Double Chevron. Al contrario delle cugine Peugeot, adottava ancora la capote di tessuto, seppur a comando elettrico, ma era la possibilità di rimuovere i montanti ad arco e lo stesso soft top a fare di lei un unicum nella sua categoria: era una cabrio, ma anche una spiaggina, o una "spider-pick-up", che poteva addirittura tornare utile per un piccolo trasloco. Non aveva niente di sportivo, ma era adatta per godersi il panorama delle località balneari. Ed era offerta a un prezzo che all’epoca ingolosiva gli automobilisti della Penisola, uno dei suoi mercati principali. Ne parliamo con maggiori dettagli nella nostra galleria d’immagini, dove abbiamo ripercorso la storia e le caratteristiche della C3 Pluriel, a circa 20 anni dal suo esordio pubblico.
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