Diario di bordo

Nissan Micra
Una settimana con la IG-T 100 Xtronic N-Style

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Una settimana con la IG-T 100 Xtronic N-Style
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La protagonista del Diario di bordo di questa settimana è la Nissan Micra nell'allestimento N-Style. Trattandosi della variante al vertice della gamma, questa versione propone un allestimento particolarmente completo. La N-Style è caratterizzata da cerchi di lega da 17", fendinebbia a Led, climatizzatore automatico e vetri posteriori oscurati. Passando alla tecnologia di bordo, la piccola giapponese si propone con l'infotainment da 7" compatibile con Android Auto e Apple CarPlay, frenata d'emergenza automatica e sensori di parcheggio posteriori. L'esemplare utilizzato per il Diario di bordo è inoltre dotato dell'Exclusive Pack (750 euro), con impianto audio Bose e retrocamera. I prezzi della Micra partono da 16.730 euro, ma la versione N-Style con motore IG-T 100 con cambio automatico Xtronic è proposta a 20.680 euro. Con questo propulsore di 999 cm3 da 101 CV e 144 Nm, la cinque porte può toccare una velocità massima di 177 km/h e scattare da 0 a 100 km/h in 13 secondi. Secondo i dati dichiarati, il consumo medio è di 4,7 l/100 km con 108 g/km di emissioni di CO2.

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Un po' top, un po' no [Day 1]. Voglio spezzare una lancia in favore della Nissan Micra. Perché è una valida compatta e perché credo che sia stata – un po’ ingiustamente – schiacciata dalla sorella più modaiola, la Juke. Più spinta e più promossa dalla casa produttrice. Ma io non ci sto. Anzi, con le macchine dal design eccentrico ho proprio una questione aperta. Quindi, quando la Micra mi è ri-capitata per le mani, con l’arrivo di questo nuovo allestimento N-Style, sono stato contento di incontrarla di nuovo. Lo dico subito, a scanso di equivoci: non sarà questa variante a ribaltare la situazione nel derby con la Juke. Anche perché con un listino sopra i 20 mila euro, la N-Style non è certo nel cuore della gamma. Però quanta roba, ragazzi. Un interno così non lo vedevo da un pezzo, su una segmento B. Rivestimenti di pelle, in livrea bicolore, e di qualità e consistenza sopra la media. Ti colpisce, al primo impatto. Ma forse proprio per questo ti fa venire la curiosità di soffermarti sul resto dell’ambiente. Ed è così che scopri come in certe parti la N-Style sia una Micra come tutte le altre. Sono rimasti, prima di tutto, i rivestimenti di plastica dura dei pannelli portiera, che risultano stonati rispetto al livello dell’allestimento. Magari valeva la pena di fare un pacchetto pelle ancora più esteso. Eppure, nonostante tutto, la Micra è una piccola da tenere in considerazione. Magari – e qui la tocco piano per il prossimo inquilino del posto guida – con il cambio manuale e non con questo Cvt. Fabio Sciarra, redazione Autonotizie

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Un Cvt con qualcosa in più [Day 2]. Mi ricollego alle ultime righe del Day 1 analizzando un po’ più in profondità il cambio Cvt di questa Micra, proprio perché è una di quelle cose che si amano o si odiano. Personalmente, non apprezzo troppo le trasmissioni a variazione continua. Sulla cinque porte, però, ho fin da subito notato che l’Xtronic non è proprio uguale agli altri Cvt. Questo per via di alcune funzioni specifiche, come la D-Step, che mantiene un rapporto fisso in alcune situazioni di guida, simulando grossomodo il funzionamento di una trasmissione convenzionale. In più, oltre alle classiche modalità P, R, N e D, qui è presente anche la posizione L, che prevede un rapporto “corto” da utilizzare sulle strade in pendenza a bassa velocità. La nuova versione dell’Xtronic promette una maggiore reattività in ripresa, partenze più rapide e un miglioramento dei consumi: io l'ho trovato piuttosto reattivo e ho apprezzato lo spunto nelle ripartenze e alle basse velocità, non comune per la tipologia d'auto. Tuttavia, quando l’andatura si alza emergono i primi limiti: in tangenziale e in autostrada il tre cilindri gira piuttosto alto, a discapito dei consumi e del confort acustico che, peraltro, mi è sembrato uno dei punti deboli di questa Micra. Un peccato, perché per il resto la cinque porte si lascia guidare piacevolmente e offre dei contenuti tecnologici niente male per il segmento B, come l’impianto audio Bose, il sistema keyless o l’infotainment connesso con sistemi di mirroring. E poi il climatizzatore può anche essere aggiornato con il kit di filtri premium, pensato per tenere al di fuori dell’abitacolo il 96% degli allergeni. Mirco Magni, redazione Online

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Quando il traffico, stranamente, non c'è [Day 3]. Il rituale prevede che io perda il solito mezzo minuto buono a cercare il cavetto nello zaino, che lo colleghi al mio smartphone e alla presa Usb e che avvii la navigazione attraverso Android Auto. Non sempre fila tutto liscio al primo colpo e spesso la connessione salta, o il software si impalla. Ma non su questa Micra. Buon inizio, ma ora arriva il momento clou, ovvero scoprire quanto traffico c'è e quanto ci metterò a tornare a casa. Sorpresa, strada libera. Non certo la situazione per cui “benedici” di aver avuto in sorte il Cvt, ma almeno si viaggia e c'è modo di guidare la Micra a velocità di crociera. Al piede l'esperienza è piacevole. Non male lo spunto e nemmeno la ripresa: in questo millino sembra esserci più brio di quanto non dica la scheda tecnica. E il rendimento, in abbinata alla trasmissione a variazione continua, è promosso anche alla voce consumi: da computer di bordo, registro percorrenze medie di circa 14 km/l in circa 100 chilometri fatti senza badare al risparmio. L'acustica, semmai, mi pare rivedibile: mentre viaggio spedito in autostrada, la Micra mostra i suoi limiti nel contenere le interferenze, soprattutto quelle che arrivano dalle ruote e all'altezza degli specchi. Forse dettagli, visto che parliamo di un'auto di segmento B. Che però, oggi, propone vetture sempre più grandi, tecnologiche, ricche nell'allestimento e costose. Ne è un esempio la Micra, che con una sola motorizzazione arriva a nove versioni, con prezzi, optional esclusi, da circa 17 mila euro a 21 mila. E a questo punto, pare giusto aumentare anche le pretese. Luca Cereda, redazione Online

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Una questione di kappa [Day 4]. Lo ammetto, mi sono perso qualche Micra per strada. Per essere più chiaro, conosco molto bene la K11, quella "a uovo" del 1992 che, quando arrivò sul mercato italiano, sconvolse il settore delle piccole con il suo servosterzo di serie e la meccanica indistruttibile. Ho fatto migliaia di chilometri con la K12 del 2002, quella con i fari "a ranocchio" e il keyless bizzoso. Ma mi sono mancate all’appello la prima serie K10 del 1982 e la K13 del 2010. Adesso, cerco di colmare il gap con questa Nissan Micra IG-T 100 Xtronic N-Style, la K14. Come segnalato dai colleghi che mi hanno preceduto, quando si sale a bordo il colpo d’occhio è notevole. Lo sguardo cade sulla fascia centrale della plancia rivestita di pelle, in sintonia con gli inserti nei pannelli porta e i sedili. Questi ultimi mi lasciano perplesso: d’accordo, il marchio Bose vicino agli appoggiatesta fa scena (e non lascia indifferenti chi è negli "anta"), ma le forme della seduta e dello schienale mi sembrano meno comode di altre concorrenti dello stesso segmento. Insomma, dopo aver provato numerose varianti della canonica posizione di guida, non sono rimasto soddisfatto. Peccato, perché mi sento di promuovere il resto. Così come promuovo il funzionamento del cambio Cvt che, a patto di imparare a modulare il piede del gas, funziona egregiamente e senza il caratteristico effetto a elastico. In città la guida è rilassante e, a differenza degli altri colleghi, non ho trovato la Micra così rumorosa nei percorsi extraurbani e autostradali. Lo sterzo e l'efficacia delle sospensioni mi sono sembrate adeguate: ricordiamoci, in fondo, che questa vettura è una citycar. Confusionari, invece, sono alcuni dei comandi secondari: urge una bella lettura sul libretto di uso e manutenzione. Oppure, come fa qualcuno, un percorso di apprendimento a spizzichi e bocconi, di trial&error all'anglosassone, durante le soste nel traffico urbano. Cosimo Murianni, redazione Attualità, inchieste e mercato

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Più ricca e accattivante, ma un po' meno pratica. [Day 5]. Molto più delle precedenti, questa quinta generazione mi ha conquistato fin da subito a livello estetico. Inoltre, come accennato dai colleghi, la nuova Micra offre dotazioni e contenuti che la distinguono da molte concorrenti. C'è da dire, però, che lo stile è andato un po' a scapito della versatilità, soprattutto rispetto alle serie che ha sostituito a listino. E non parlo solo del divano scorrevole, scomparso ormai da un bel po'; ma soprattutto dello spazio per chi siede dietro, non molto sia per la testa, sia per le gambe. La capacità del vano bagagli, invece, pur non essendo niente di trascendentale, è grossomodo in linea con le cubature del segmento e, alzando il piano, c'è anche il ruotino di scorta (optional). Resta il problema del vistoso e scomodo gradino che si forma una volta abbattuti gli schienali: finché si tratta di portare a casa la spesa, nessun problema; ma in presenza di oggetti un po' più lunghi e ingombranti, le operazioni di carico si complicano. Nel complesso, in marcia ho apprezzato la capacità delle sospensioni di assorbire le asperità della strada e la reazione del motore alla pressione dell'acceleratore, così come il cambio. L'unico difetto è che, come ho constatato in più di un'occasione, tirando la leva capita facilmente di selezionare la "L" in ultima posizione, saltando la "D". Concludo con un accenno all'infotainment: pur non avendo una grafica particolarmente accattivante, ci si muove abbastanza facilmente fra i vari menù. L'impianto non è molto grande, con i pulsanti funzione virtuali riprodotti in piccolo in basso, ma si fa apprezzare per la presenza degli otto tasti fisici e delle due manopole che fanno da cornice: un aiuto concreto per muoversi a memoria e più rapidamente, riducendo al minimo le distrazioni. Alessandro Carcano, redazione Mercato.

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