Erion Energy: "Il riciclo delle batterie richiederà una filiera dedicata"
Quali sono le potenzialità e le criticità del riciclo delle batterie per auto elettriche e ibride? A fare il punto sulla situazione è la Erion Energy, realtà dedicata a pile e accumulatori all'interno del sistema multi-consortile no profit Erion, attivo nella gestione dei rifiuti associati ai prodotti elettronici. Il presupposto iniziale verte sull'importanza per l'intero settore delle attività di recupero, anche alla luce delle direttive europee: "Il riciclo delle batterie sarà la prossima sfida per i produttori", spiega la Erion. "Il recupero di litio, cobalto, nichel e manganese diverrà ancora più strategico in vista dell’incremento della domanda mondiale di batterie". Le previsioni per i prossimi anni indicano una richiesta 14 volte superiore rispetto al 2018 e per il 17% proveniente dall'Europa. Tutto ciò si tradurrebbe ovviamente nella necessità di riciclare quantitativi notevoli di accumulatori: il consorzio stima che se nel 2030 si dovessero riciclare tutte le batterie delle auto elettriche immesse sul mercato fino al 2020, sarebbe necessario attrezzarsi per la raccolta e il trattamento di circa 28.000 tonnellate di rifiuti, pari al doppio del peso della torre di Pisa.
Le direttive europee. In tal senso sono tre le sfide da superare: efficienza delle risorse, approvvigionamento sostenibile delle materie prime e riciclo responsabile. La questione riguarda, soprattutto, i produttori di batterie che, in base alla direttiva europea 2006/66/CE (recepita in Italia con il Decreto Legislativo 188/2008), sono responsabili dell’intero ciclo di vita del prodotto. A tal proposito, la Commissione europea, nell’ambito del Circular Economy Action Plan, ha presentato la proposta di un nuovo regolamento che, oltre a mantenere i principi e le responsabilità dei produttori, prevede l’introduzione di standard di sostenibilità e sicurezza obbligatori per tutte le batterie immesse sul mercato europeo. Uno degli obiettivi primari è evitare, o minimizzare, l’utilizzo di sostanze inquinanti privilegiando l’impiego di materiali riciclati per la fabbricazione delle nuove celle.
Serve una filiera. Anche per questo motivo la Erion Energy si sta strutturando per sostenere i propri associati coinvolti in specifici settori come quello della mobilità elettrica. L'obiettivo è anche la creazione di una filiera appositamente dedicata alle attività di riciclo e recupero, in particolari di materie prime come il litio e il cobalto, la cui domanda entro il 2030 potrebbe crescere fino a 80 volte rispetto ai livelli attuali. Si tratta di materiali riciclabili a patto, però, "che si sviluppi una filiera nazionale ed europea in chiave circolare per il riciclo e il riutilizzo delle batterie". "I vantaggi di una corretta gestione delle batterie sono rappresentati dalla conservazione delle risorse, ma anche da un aspetto di prevenzione. Un trattamento idoneo permette di evitare l’emissione nell’ambiente di sostanze pericolose", afferma Danilo Bonato, direttore generale di Erion Energy. "Il litio è molto reattivo all’aria e all’acqua poiché entrando in contatto con l’ossigeno genera prodotti tossici e come altri metalli è altamente infiammabile e a rischio esplosione. Alla luce di questo è fondamentale farci trovare pronti e preparati al cambiamento che coinvolgerà tutti gli attori: dall’industria, agli Stati, dalla ricerca agli addetti ai lavori del settore del riciclo". Solo in Europa sono state annunciate 15 gigafactory per la produzione di accumulatori al litio entro il 2025, sufficienti per fornire accumulatori a 6 milioni di veicoli all'anno. “La sfida non è banale sia perché una corretta gestione del riciclo e riuso delle batterie - intesa come la possibilità di dare una seconda vita alle celle al litio secondo i principi dell’economia circolare - necessita di un livello industriale che al momento l’Italia non ha (ora le batterie al litio finiscono per lo più in Germania, che comunque resta ancora molto lontana da Paesi come la Cina che da anni hanno investito in circuiti di recupero volti alla massimizzazione delle materie prime seconde), sia perché l’odierno sistema ha costi elevati, che solo un forte investimento sul fronte tecnologico potrà abbattere", conclude Bonato.
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