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Lione rinvia di due anni il divieto per le diesel: "È realismo"

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Lione rinvia di due anni il divieto per le diesel: "È realismo"
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Lione ci ripensa e rinvia il divieto di circolazione per le auto diesel. Non è banale, visto che la città francese è guidata da un presidente dell’area metropolitana ecologista, Bruno Bernard (esponente di Europe Ecologie-Les Verts). Le ragioni della sua scelta dovrebbero fare riflettere. Iniziamo dai fatti: nei giorni scorsi, Bernard ha annunciato nei giorni scorsi un “ammorbidimento” del calendario delle cosiddette ZFE, le zones à faibles émissions (zone a basse emissioni): di fatto, le vetture classificate Crit’Air 2, delle quali fanno parte le diesel, potranno circolare nell’area fino al 2028 e non al 2026 come previsto inizialmente. Una scelta dettata da “un principio di realismo”, perché sarebbe stato necessario sostituire poco meno del parco circolante di vetture private esistenti in meno di tre anni. “Sono per migliorare le cose nel mondo reale per la situazione climatica”, ha dichiarato Bernard alla stampa locale, “e la data del 2028 corrisponde meglio ai programmi di sviluppo della mobilità (in particolare dei tram) nell’area”. Altrimenti, le cose sarebbero state troppo complicate, troppo costose e troppo anticipate.

Buonsenso. Il presidente dell’area metropolitana ha proposto anche di ridiscutere l’ampliamento della zona di applicazione del provvedimento (che riguarderebbe, oltre a Lione, un totale di una ventina di comuni), anche a fronte delle inquietudini espresse dal mondo economico, in particolare dagli artigiani, e delle preoccupazioni relative all’impatto sociale della misura. “Dialoghiamo con gli ambienti economici e con i Comuni”, ha dichiarato Bernard in un’intervista, “raccogliendo per la maggior parte pareri favorevoli, ma anche critiche, in particolare a proposito delle scadenze troppo ravvicinate del calendario, per i veicoli della categoria Crit’air 2 diesel e per il perimetro di applicazione delle norme: si percepiscono le difficoltà per i residenti. Ed è naturale ascoltare queste opinioni, adattando le cose”. Del resto, ammette Bernard, “ci sono zone in cui l’auto rimane indiscutibilmente il mezzo migliore per spostarsi e, anche là dove esistono delle alternative, per certi impieghi o per parte della popolazione resta indispensabile”. Insomma, un approccio pragmatico, quello che sembra mancare ad alcuni nostri amministratori.

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