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Biocarburanti
Il diesel di origine vegetale debutta in 50 stazioni Eni

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Il diesel di origine vegetale debutta in 50 stazioni Eni
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I biocarburanti iniziano a essere una realtà concreta e diffusa: Eni, per esempio, ha annunciato che il suo HVOlution è oggi già disponibile in 50 delle sue Live Station italiane (che diventeranno 150 entro la fine di marzo), individuabili attraverso l’app Eni Live e sul sito enistation.com. Il biodiesel della Eni Sustainable Mobilty è prodotto al 100% con materie prime rinnovabili, cioè scarti e residui vegetali e oli generati da colture che non entrano in competizione con la filiera dei prodotti alimentari; è utilizzabile con le attuali infrastrutture di distribuzione e in tutte le motorizzazioni omologate, verificabili sul libretto di uso e manutenzione dei veicoli (il prodotto è siglato EN 15940 XTL), senza incidere sulle prestazioni.

La sperimentazione. Prima dell’inizio della commercializzazione, l’HVO (olio vegetale idrotrattato) dell’Eni è stato testato da diversi clienti in ambiti speciali, per esempio per la movimentazione di passeggeri a ridotta mobilità nelle strutture aeroportuali e per veicoli commerciali utilizzati nella logistica; inoltre, dal 2016 è presente nella misura del 15% nel prodotto Eni Diesel+, disponibile in circa 3.500 stazioni di servizio italiane. Il suo utilizzo permette di ottenere risultati interessanti ai fini della decarbonizzazione dei trasporti, in particolare per i mezzi pesanti.

La materia prima. Per la produzione del combustibile, l’Eni ha siglato accordi di valorizzazione di scarti e rifiuti; in diversi Paesi africani, come il Kenya, il Mozambico e il Congo, l’azienda sta sviluppando una serie di agri-hub, nei quali verranno prodotti oli vegetali sfruttando terreni marginali, inadatti alle colture alimentari, e aree degradate. Dal Kenya, per esempio, è recentemente arrivato alla raffineria di Gela (CL) il primo carico di olio vegetale prodotto nella struttura di Makueni, mentre a Venezia è approdato un carico iniziale di oli di frittura esausti. L’obiettivo dell’Eni è coprire con queste modalità il 35% del fabbisogno delle proprie bioraffinerie entro il 2025.

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