Aspettando la Model 3: proprietari e curiosi al primo raduno italiano
Volete farvi un'idea più precisa sul "fenomeno Tesla"? Prendete una sala conferenze zeppa di persone, circa 250 e tutte rigorosamente paganti. Aggiungete relatori preparatissimi e armati di presentazioni sulle auto elettriche, le energie rinnovabili, le "case ecolibere", Elon Musk e la sua fortuna, da PayPal fino a SpaceX. Poi, contate le Model S (e l'unica Roadster) parcheggiate fuori: vi fermerete a trenta automobili, forse meno. Proprio così: al primo evento-raduno del club italiano dedicato alla Casa di Palo Alto, i clienti e i cosiddetti early adopter sono solo una piccola parte della platea. Il resto è composto da appassionati, aspiranti acquirenti, curiosi. Tutti sono venuti per approfondire quella che gli organizzatori chiamano "rivoluzione". Tanti aspettano la Model 3 per farne parte. Nessuno appartiene alla struttura di Musk.
Presa diretta. A Verona, nell'hotel con Supercharger scelto da TeslaItalia.it-Tesla Club Italy per il debutto di "Tesla Revolution" (sabato al Crowne Plaza), ciò che colpisce è l'assenza di venditori, dealer o personale del Costruttore: l'iniziativa e l'associazione sono indipendenti dalla Casa e a fare proseliti sono gli stessi proprietari, entusiasti che spiegano la tecnologia dell'Autopilot o gli aggiornamenti over-the-air, ma soprattutto l'utilizzo delle elettriche californiane negli spostamenti quotidiani. Soluzioni pratiche, esperienze raccontate davanti alle auto (qualcuna con targa svizzera). Intanto, dentro, gli esperti green - di cui praticamente nessuno possiede una Tesla - discutono di sostenibilità, di indipendenza energetica, di problemi di ricarica, di fotovoltaico e batterie domestiche. Si parla, ci si confonta: qualcuno inizia persino a temere che prima o poi, con la diffusione dell'elettrico, arriveranno anche le accise che già si spolpano i carburanti tradizionali. Un rischio ancora molto lontano, ma concreto.
Ordini a scatola chiusa. "Il cambiamento è inarrestabile, la molla è scattata e l'elettrico rappresenta l'immediato futuro", è l'arringa di Federico Lagni, fondatore del club. Nemmeno lui possiede una Tesla. "Non posso ancora permettermela", ammette candidamente strappando un applauso alla platea. La sua occasione arriverà il prossimo 31 marzo, con la presentazione della nuova berlina compatta: 35 mila dollari al lordo degli incentivi (che in Usa possono arrivare a 10 mila) e 320 km di autonomia. Il salto verso un mercato più ampio, grazie al taglio dei costi garantito dalla futura Gigafactory. Negli States le consegne inizieranno solo a partire dalla seconda metà del 2017, in Europa all'inizio del 2018. C'è da aspettare parecchio. Eppure, il 1° aprile molti piazzeranno la loro prenotazione online, anticipando mille euro a scatola (quasi) chiusa. "L'attesa è tanta - assicura Lagni - Oggi una Model S usata costa 75 mila euro, ma c'è chi preferisce aspettare la Model 3". Con ogni probabilità, non sarà vero mass market: secondo il club, infatti, in Europa il prezzo di partenza si aggirerà "attorno ai 45 mila euro". Si vedrà. Intanto, basta l'attesa.

La prima Roadster. Tra i proprietari di Verona è impossibile non notare Paolo Vanzetto, un agente assicurativo di Bassano del Grappa: guida la Roadster bianca che sosta all'entrata dell'hotel. La biposto di culto è uscita di produzione all'inizio del 2012, ma è stata aggiornata più volte: questa è la versione 2.5, presto diventerà una 3.0. "L'ho comprata sei anni fa", ci spiega il proprietario, tra i primissimi clienti italiani di Musk. "Ho fatto un bonifico alla sede americana, me l'hanno portata dalla Germania". L'auto ha 160 mila km: "Nel 2011 è saltato l'inverter, l'unico problema che ho avuto. Il giorno dopo sono venuti a prendersi la macchina e in una settimana hanno risolto tutto". Più che un credente, Vanzetto è un praticante: oltre alla strada fatta con la Roadster, ha percorso altri 140 mila km su una Model S P85+ (comprata nel 2013 e poi venduta) e su una P85D, la versione con doppio motore. "Ho aggiunto anche la velocità smodata", dice il professionista citando il pacchetto Ludicrous, capace di garantire un'accelerazione da 0 a 100 km/h in 3 secondi. Aggiornamenti come un PC o uno smartphone, anche se qui si parla di oltre 11 mila euro per quello che molti potrebbero considerare uno sfizio. Ovviamente, Vanzetto è un altro di quelli che aspettano la Model 3: "La ordinerò il 1° aprile, per la mia ragazza. Certo, a scatola chiusa".

C'è anche un taxi. Mentre in sala si parla di elettricità pulita - a proposito, per assoRinnovabili in Italia siamo al 40% contro il 15% di dieci anni fa - fuori è il momento di Gennaro Borrelli: è un tassista, il primo a essersi comprato (con un mutuo) una Model S 85D. "In tutto ho speso quasi 100 mila euro - racconta - L'impatto iniziale è importante, ma tra il risparmio sul gasolio e sulle manutenzioni conto di ripagarmi l'auto in sei o sette anni". Borrelli si rifornisce presso i due Supercharger modenesi (gratis) o le colonnine Enel, cui accede con un abbonamento all inclusive da 30 euro al mese. L'auto, invece, è arrivata l'anno scorso e ha già fatto 70 mila km. Inevitabile chiedere qualche informazione sull'autonomia in condizioni reali: "Dipende da come si guida - è la risposta - Puoi fare 400 km in autostrada a cento all'ora, o 200-230 a velocità più sostenute e con l'aria condizionata sempre accesa. I 500 km? Si, è possibile, andando piano e trattando bene l'auto".
Manager e imprenditori. Secondo le stime del club, i proprietari italiani di Tesla arrivano a 250-300: "Per il 70% sono imprenditori, manager e titolari d'azienda", spiega Lagni. A Verona, un buon 10% è del Sud Italia, qualcuno è arrivato anche da Bari. E poi Torino, Udine, San Marino: "Ci aspettavamo cento partecipanti, oggi sono più del doppio. Considerando che si tratta di un evento a pagamento (i biglietti vanno da trenta a cento euro, pasti inclusi) siamo molto soddisfatti". Per l'anno prossimo, c'è già chi si è fatto avanti proponendo nuove location. Organizzazione dal basso, eventi informali. Lo ha capito anche la Casa, già in movimento con gli Owner's Club ufficiali.
Ottimismo e incognite. A Verona la parola d'ordine è futuro, soprattutto se questo futuro parla di Tesla più economiche. E i 320 milioni di dollari di rosso evidenziati nel quarto trimestre del 2015 non fanno paura: "Normale, stanno investendo nella Gigafactory e nella Model 3"; "too big to fail" (troppo grande per fallire, se non l'azienda almeno l'idea, ndr)"; "i grandi progetti vanno oltre i bilanci". Pensieri a ruota libera, raccolti nei corridoi. "Mal che vada venderanno a qualche colosso, ma la rivoluzione ci sarà lo stesso". Può essere: nel 2013, Larry Page di Google aveva quasi chiuso un accordo per comprare l'azienda. Se ne potrebbe parlare all'infinito, con tanti punti di vista diversi. Ad esempio quello del cacciatore di bufale Paolo Attivissimo, che titola così il suo intervento: "Musk, visionario illuminato o folle ottimista?". In sala nessuno sa davvero come finirà l'avventura di Palo Alto, ma tutti si aspettano un cambiamento sostanziale della mobilità. Intanto, in fondo, un partecipante riconosce un amico benzinaio: "Anche tu qui?". E la risposta, con il sorriso sulle labbra ma fino a un certo punto, è questa: "Già, bisogna monitorare la situazione".
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