La crisi e la resistenza delle carrozzerie torinesi: ecco come si cambia per sopravvivere
L’annuncio della messa in liquidazione della Pininfarina Engineering, società di ingegneria nata nel 2018 come spin-off del celebre atelier, ha offerto lo spunto per una ricognizione sullo stato di salute del distretto torinese del car design. Il quale, un tempo, costituiva uno dei fiori all’occhiello dell’automotive italiano. L’analisi, pubblicata su Quattroruote di dicembre, offre lo spaccato (nonché la mappa completa) di una realtà che, nel nuovo millennio, ha visto purtroppo scomparire aziende di primissimo piano e dal passato glorioso. Basta citare i fallimenti e la chiusura della Bertone, storica protagonista dello stile che ha consentito a grandi stilisti, da Giugiaro a Scaglione, di muovere i primi passi prima di spiccare il volo, e dell’I.De.A. Institute, della cui attività ebbe modo a lungo di giovarsi il Gruppo Fiat, soprattutto tra la fine degli anni 80 e i primi 90.
Microcosmo frazionato. Oggi, purtroppo, quel mondo sembra ormai lontano. Diversi sono i fattori che hanno portato al declino di aziende in grado, un tempo, di dare lavoro a centinaia, se non a migliaia di persone. In primo luogo, il fatto che, grazie alla rivoluzione tecnica resa possibile dalla flessibilità dei pianali, i grandi costruttori hanno portato all’interno delle proprie fabbriche la produzione anche di quei modelli di nicchia (spider, coupé, cabriolet, serie speciali) la cui realizzazione in precedenza era stata appaltata dalle Case proprio ai principali carrozzieri, che avevano sostenuto importanti investimenti per far fronte a questo impegno. Un fenomeno analogo ha riguardato poi la creazione da parte dei car maker di centri stile interni (negli headquarter, ma anche sparsi ai quattro angoli del pianeta), che hanno privato gli studi di design di consulenze fondamentali alla loro sopravvivenza. Così, oggi il settore è popolato da realtà generalmente più piccole, ma altamente qualificate, che offrono i propri servizi alle Case per lo sviluppo di idee, concetti e soluzioni, spaziando spesso al di fuori del car design (come fa la Pininfarina stessa, che si occupa in particolare di architettura e nautica).
La formula del successo. Dall'indagine condotta da Quattroruote tra gli addetti ai lavori delle aziende oggi attive in questo settore emergono alcuni punti chiave, che consentono di sopravvivere in un contesto sempre più difficile. La snellezza delle strutture, per esempio, accompagnata all’esistenza di una rete di sub-fornitori specializzati che permettono di esternalizzare i costi di alcune attività, come la realizzazione di modelli e prototipi. Oppure, la necessità di avvalersi di tecnologie avanzate come i sistemi di realtà virtuale che rendono meno onerose e più rapide le attività di progettazione. Senza dimenticare la necessità di aprirsi ad altri mercati, diversi da quelli che, tradizionalmente, avevano caratterizzato il contesto torinese: venuto meno il ruolo predominante della Fiat, proiettata in una dimensione intercontinentale, ad assumere peso sono stati, per esempio, i costruttori cinesi, pronti a riconoscere l’importanza di un know-how dal quale hanno ancora tanto da apprendere.
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