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Best of 2022
Purosangue, la Ferrari più importante degli ultimi anni

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Purosangue, la Ferrari più importante degli ultimi anni
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Se c'è un debutto negli ultimi dodici mesi che merita di rientrare all'interno di un "Best of...", è sicuramente quello della Ferrari Purosangue. Non capita spesso, in un mondo omologato e spesso prevedibile come quello dell'industria automobilistica, di ritrovarsi di fronte a una sorpresa del genere.

Suv o non Suv? (Non) è questo il problema. Forse bisogna tradurre l'espressione in termini chiari - e ripeterla per iscritto n volte, tipo Bart Simpson alla lavagna - per rendersi conto del suo significato: la Purosangue è la prima Suv della Ferrari. Avete capito? Ecco quanto pesa quest'oggetto qui, questa riga netta e marcata tra il prima e il dopo, tra un mondo senza e un mondo - quello di chi se l'è potuta permettere - "mai più senza". E non stateli a sentire quelli che vi dicono che non è una Suv: la Purosangue ha tutte le caratteristiche della categoria e non c'è niente di male. Niente da nascondere. Perché? Perché l'hanno fatta alla maniera Ferrari: meglio di tutti.

Le rivali? E chi le ha viste? A ben vedere, in effetti, una caratteristica saliente della grande novità di Maranello è che non ha tutte queste concorrenti dirette. Prendiamo il prezzo: 390 mila euro. Quasi il doppio rispetto alla Lamborghini Urus (232 mila), che per marchio, vocazioni e performance ne costituisce la rivale più diretta. E ribaltando la questione, vale a dire andando a cercare confronti all'altezza in termini di listino, si trova sì la Rolls-Royce Cullinan (368 mila euro), ma si esce fuori tema per spirito e vocazione.

Ferrari Purosangue: l'abbiamo vista (e toccata) dal vivo

Tecnica sopraffina. Quello che più conta, però, è che la Purosangue l'hanno fatta unica anche dal punto di vista della tecnica: nessuna, della sua specie a cinque porte e ruote alte può vantare una simile distribuzione degli organi meccanici (e di conseguenza dei pesi). A Maranello sono riusciti a mettere il motore in posizione anteriore centrale e in basso, tremendamente in basso. Lo stesso dicasi per il cambio transaxle, che ha una quota di installazione addirittura inferiore a quella della GTC4 Lusso, per capirci.

V12 e stile: è stato subito sold out. I presupposti per il successo c'erano tutti, insomma. E anche quelli per distinguersi dalla massa, per non correre il rischio di passare per una volgare slot machine per fare soldi facili o, peggio ancora, di fare l'operazione più rischiosa di sempre per il prestigio e la sacralità del marchio Ferrari. Ma tutto questo non sarebbe servito a nulla senza l'elemento della magia, dell'emozione, del coinvolgimento irrazionale. Per quello ci volevano la scelta purista sulla motorizzazione - quel V12 aspirato che è quintessenza del brand - e un design sensuale, , da vera granturismo rialzata, come quello uscito dalla matita di Flavio Manzoni. Con una formula così, è stato subito sold out, prima ancora che partisse la produzione: non poteva andare diversamente.

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