In Europa 12.000 lavoratori in meno e sei impianti dismessi
La Ford ha fornito i dettagli del suo programma di ristrutturazione delle attività europee. Il riassetto, volto a riportare in utile la divisione Ford Europe dopo 2 anni di pesanti perdite, porterà al taglio di 12.000 posti di lavoro e alla chiusura o alla dismissione di sei impianti produttivi. Allo stesso tempo l'Ovale Blu intende lanciare nuovi veicoli e adottare in modo pervasivo tecnologie di elettrificazione dei modelli per rilanciare le vendite.
I tagli alla struttura produttiva. Le principali misure della ristrutturazione, avviata lo scorso autunno e solo ora definita in tutti i suoi dettagli, riguardano una revisione dell'attuale struttura produttiva nel Vecchio Continente e un modello organizzativo improntato, secondo i vertici aziendali, alla ricerca di una maggior efficienza. Entro la fine del 2020 il numero degli impianti scenderà dagli attuali 24 a 18 tramite la chiusura o la cessione di alcuni siti. In particolare sono destinati a chiudere i battenti le fabbriche di Bridgend, in Galles, di Blanquefort, in Francia, e di Naberezhnye Chelny, San Pietroburgo ed Elabuga, in Russia, mentre un impianto di trasmissioni in Slovacchia sarà venduto all'azienda di componentistica Magna.
Turni lavorativi ridotti. Inoltre è previsto che gli uffici amministrativi della Ford of Britain e della Ford Credit Europe a Warley, in Inghilterra, saranno chiusi nei prossimi mesi per essere accorpati in una sola sede a Dunton, a nord di Londra. Non solo. È in programma una riduzione dei turni lavorativi a Saarlouis, in Germania, e a Valencia, in Spagna, nonché un ridimensionamento della struttura manageriale e delle attività di marketing e vendite. Nel complesso le misure interesseranno circa 12 mila posti di lavoro entro la fine del 2020, per la maggior parte attraverso programmi di uscita volontaria dei dipendenti. Di questi saranno 2.000 gli impiegati, i quadri o i dirigenti coinvolti e inclusi in un programma già annunciato dalla Ford per tagliare in tutto il mondo sette mila colletti bianchi.
Nuova organizzazione dall'1 luglio. La Ford ha anche varato una nuova organizzazione, in vigore dal primo luglio, che sarà incentrata su tre divisioni principali, Veicoli commerciali (CV), Veicoli passeggeri (PV) e Importazioni, con l'obiettivo di velocizzare i processi decisionali, rispondere al meglio alle richieste del mercato e migliorare la redditività. A tal proposito i vertici hanno assicurato come la Ford Europe sia sulla "buona strada per migliorare significativamente i suoi risultati finanziari" nel 2019, "aprendo la strada a una redditività sostenibile nel tempo al suo target di lungo termine di un margine operativo del 6%".
Gli obiettivi delle nuove divisioni. La divisione per i veicoli commerciali, affidata al direttore generale Hans Schep e localizzata a Dunton, avrà il compito non solo di rafforzare le attuali posizioni di mercato ma anche di aumentare la penetrazione nel segmento dei pick-up. L'obiettivo ultimo è quello di raddoppiare gli utili nei prossimi 5 anni facendo leva anche sull'alleanza strategica con la Volkswagen, sulla joint venture turca Ford Otosan e sulla russa Ford Sollers. Il team delle Importazioni dovrà invece più che triplicare il numero di modelli importati in Europa entro il 2024 puntando sulla Mustang, sulla Explorer e su un nuovo crossover elettrico ispirato alla celebre muscle-car. Infine la divisione delle auto passeggeri, guidata da Colonia da Roelant de Waard, potrà contare su nuovi modelli e allestimenti per migliorare le vendite.
In arrivo tre nuovi modelli. La Ford ha, infatti, in programma di lanciare almeno tre nuovi modelli nei prossimi 5 anni, soprattutto nel segmento delle Suv e delle crossover, da affiancare alle nuove Kuga, Puma ed Explorer Plug-In Hybrid in arrivo dai primi mesi dell'anno prossimo. Ogni modello sarà inoltre offerto con l'opzione della motorizzazione elettrica o ibrida mentre un futuro veicolo a batteria sarà prodotto in Europa.
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