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Gruppo FCA
Usa, sanzioni per il mancato rispetto dei limiti su consumi ed emissioni

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Il gruppo FCA dovrà pagare alle autorità statunitensi 79 milioni di dollari (71,3 milioni di euro) per il mancato rispetto dei limiti sulle emissioni e sui consumi per i modelli dell'anno 2017. La sanzione, che non avrà impatti sostanziali sui risultati economici del costruttore italo-americano e dovrà essere pagata entro 60 giorni, è stata comunicata dalla National Highway Traffic Safety Administration (Nhtsa), l'agenzia federale per la sicurezza dei trasporti stradali. 

Quasi tutto il settore ha superato i limiti. La Fiat Chrysler Automobiles ha già dovuto sborsare 77,3 milioni di dollari per non aver soddisfatto gli standard sui model year 2016. Non è però la sola a non aver rispettato le disposizioni delle normative volute dall'ex amministrazione Obama e oggi messe in dubbio dall'attuale presidente Donald Trump. L'agenzia ha sottolineato come 13 delle 18 maggiori Case automobilistiche abbiano superato i limiti senza utilizzare i crediti ambientali. Inoltre, sulla base di quanto emerso dall'analisi delle varie vetture, è stato riscontrato anche un "ritardo rispetto agli standard attuali". "Un crescente numero di costruttori non è a norma con gli standard per i modelli 2018 e 2019", ha affermato la Nhtsa, prevedendo un "continuo aumento" delle potenziali sanzioni a carico delle Case. 

Un problema di mercato. La Fiat Chrysler ha ribadito all’agenzia l'impegno a investire dieci miliardi di dollari fino al 2022 per sviluppare più di 30 veicoli ibridi ed elettrici, ma si trova ad affrontare una questione di mercato di non poco conto: la crescente preferenza degli americani per veicoli di grandi dimensioni come le Suv e, soprattutto, i pick-up. Il problema della divergenza tra gli standard ambientali e l'andamento della domanda è stato più volte sollevato dalle stesse Case automobilistiche e in particolare da un'associazione (The Alliance of Automobile Manufacturers) che rappresentativa degli interessi di diversi gruppi come la General Motors, la Volkswagen e la Toyota. I costruttori sottolineano da anni i continui progressi sul fronte dei consumi e quindi delle emission,i ma anche come i risultati finora raggiunti siano minacciati dai trend di mercato. Lo dimostra l'aumento dei deficit: i model year 2016 hanno superato i limiti di solo mezzo miglio per gallone (0,2 km/l) mentre la media delle flotte 2017 è superiore di 1,5 miglia per gallone (0,6 km/l) rispetto alle 33,8 miglia (14,4 km/l) previsti dagli standard. "L'Alleanza continua a sostenere standard più elevati che siano raggiungibili e che riflettano la realtà del mercato", hanno affermato i costruttori. 

Gli obiettivi di Trump. È in tale contesto che si inserisce l'intenzione della Casa Bianca di riformare le attuali normative. L'amministrazione Trump, proprio alla luce del crescente divario tra emissioni delle flotte e standard, intende bloccare la progressiva implementazione dei limiti varati da Obama. Attualmente, l'obiettivo è di arrivare nel 2026 con un consumo medio di carburante di 46,7 miglia per gallone, ma Trump vuole congelare tutto e imporre uno standard di sole 37 miglia. La Casa Bianca, che già a luglio ha annullato il raddoppio delle sanzioni per il mancato rispetto dei limiti, si trova, però, ad affrontare l'opposizione di numerosi Stati, a partire dalla California, intenzionati a ricorrere fino alla Corte Suprema pur di bloccare i propositi di riforma dell'intero quadro normativo. Già a novembre dovrebbe essere presentata ai legislatori di Washington una bozza di modifica per opera dei funzionari dell'Nhtsa e dell'Epa (l'agenzia per la protezione ambientale). 

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