Confermate le trattative - VIDEO
La Fiat Chrysler Automobiles è in trattative con il gruppo PSA per una possibile operazione di integrazione. È quanto si legge in un comunicato del costruttore italo-americano, diffuso a poche ore dalle indiscrezioni di stampa lanciate dal Wall Street Journal su colloqui in corso per una fusione alla pari tra i due gruppi automobilistici.
Il comunicato di FCA. Il comunicato è breve e non fornisce quindi indicazioni sui termini dell'operazione, in parte rivelati ieri non solo dalla testata americana ma anche da altri organi di stampa. "In seguito a recenti articoli su una possibile aggregazione tra Groupe PSA e FCA Group, Fiat Chrysler Automobiles conferma che sono in corso discussioni volte a creare uno dei principali gruppi per la mobilità al mondo. FCA non ha null'altro da aggiungere in questo momento”. Secondo le indiscrezioni la fusione avverrebbe solo tramite uno scambio di azioni. Inoltre la società nata dall’integrazione sarebbe guidata da Carlos Tavares, attuale amministratore delegato di PSA, con John Elkann, presidente di FCA, che assumerebbe lo stesso incarico.
Oggi cda a Parigi. Anche il costruttore transalpino, proprietario dei marchi Peugeot, Citroën, DS e Opel, ha diffuso un comunicato di conferma. Il testo è identico con la sola eccezione dell'ultima frase. Nel corso della giornata potrebbero, però, arrivare maggiori dettagli. Secondo quanto riferito dall'agenzia Bloomberg, nel pomeriggio è prevista una riunione del consiglio di amministrazione dell'azienda guidata da Carlos Tavares per discutere dell'operazione. Si parla anche di una convocazione in giornata per il Cda della Exor, la holding della famiglia Agnelli titolare della maggioranza del capitale della FCA. Inoltre dalla Francia trapelano ulteriori voci sulla presenza a Parigi già dallo scorso venerdì di Elkann.
Titoli in volo a Piazza Affari. La conferma delle trattative sta rappresentando un forte catalizzatore per i titoli di entrambe le aziende. Le azioni del gruppo italo-americano, a causa degli elevati ordini d'acquisto, non sono riuscite a "fare prezzo" in avvio di seduta e sono entrate in negoziazione solo dopo diversi minuti: il rialzo è stato del 9,86%, ma nelle fasi successivi un'ulteriore accelerazione ha spinto il titolo a registrare guadagni superiori al 10%. A Parigi le azioni PSA sono, invece, rimbalzate del 7% circa, mentre la connazionale Renault è la peggiore tra le blue-chip francesi con un calo di quasi il 3,5%, proprio per il venir meno di una delle ipotesi di maggior rilievo per il consolidamento di settore.
La posizione di Italia e Francia. Se in borsa gli investitori hanno espresso il loro favore all’operazione, di altro tenore sono state le reazioni del governo francese e di quello italiano: la posizione comune, per ora, è cauta e di attesa. “Stiamo osservando quello che accade, è una operazione di mercato, credo sia corretto in questo momento non rilasciare dichiarazioni”, ha affermato il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli. "La Francia segue con attenzione e apertura le discussioni tra il gruppo Psa e la Fiat Chrysler”, hanno fatto sapere dal ministero delle Finanze francese. “Lo Stato sarà particolarmente vigile sulla salvaguardia dell'impronta industriale, sulla governance della nuova entità, sulla preservazione degli interessi patrimoniali della Banque Publique d'Investissement (titolare della partecipazione nel capitale della PSA, ndr) e sulla conferma dell'impegno del nuovo gruppo nella creazione di una filiera industriale europea delle batterie”. Le trattative “consacrano il rilancio di PSA con il sostegno dello Stato e della Banque publique d'investissement sotto la direzione di Carlos Tavares e confermano il processo di consolidamento mondiale dell'industria automobilistica che è necessario e nel quale la Francia vuole avere un ruolo”.
Sindacati francesi contrari. Di diverso avviso sono, invece, i sindacati francesi. Jean-Pierre Mercier della Cgt, organizzazione già critica in occasione della proposta di integrazione con la Renault, si è scagliato contro la fusione perchè sarebbe solo "nell'interesse degli azionisti” e metterebbe a rischio i posti di lavoro e i diritti dei dipendenti sia francesi, sia italiani. In Italia, alcuni rappresentanti dei lavoratori si sono espressi a favore dell’operazione a patto di ottenere garanzie sull’occupazione. Per Michele De Palma della Fiom-Cgil, per esempio, "qualsiasi ipotesi di accordo, fusione o joint venture deve partire dalla piena occupazione e produzione degli stabilimenti”, mentre secondo Rocco Palombella della Uilm, “devono esserci piani che prevedano sviluppo e non riorganizzazione e sacrifici”.
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