A Parigi sorpresi dalla denuncia di GM
La denuncia presentata dalla General Motors contro la Fiat Chrysler Automobiles è stata commentata a più riprese dal gruppo italo-americano. Definita "senza fondamento", la causa non è stata mai considerata un ostacolo per la fusione con il gruppo PSA. Ma a Parigi come è stata accolta? Per ora, bisogna affidarsi alle indiscrezioni di stampa. Il Wall Street Journal, prima testata a lanciare l'ipotesi della fusione, ha raccolto alcune informazioni interne al costruttore transalpino, delineando un quadro di sorpresa tra i manager francesi per l'iniziativa avviata dagli americani di Detroit.
Le accuse di tangenti. La denuncia, che ha messo sotto accusa perfino lo scomparso Sergio Marchionne, è legata all'indagine avviata dalle autorità federali statunitensi per presunte tangenti pagate da FCA ad alcuni sindacalisti dello Uaw per agevolare i negoziati sul rinnovo del contratto di lavoro tra il 2011 e il 2015. La General Motors ha accusato, a sua volta, la Fiat Chrysler di aver ottenuto un illecito vantaggio competitivo riuscendo a mantenere basso il costo del lavoro sia tramite salari inferiori, sia attraverso un maggior utilizzo di lavoratori temporanei. Per ora non è stato quantificato il risarcimento danni chiesto dal gruppo guidato da Mary Barra, ma secondo alcuni analisti la cifra potrebbe variare tra un minino di sei miliardi di dollari e un massimo di 15 miliardi. Sono in molti a pensare, anche le stesse FCA e PSA, che l'iniziativa della GM non sia altro che il tentativo di recuperare quanto perso (tre miliardi di dollari) con il recente sciopero di 40 giorni indetto dallo Uaw oppure, alla luce della tempistica, di rallentare la fusione con PSA. Per ora non sembra che vi sia nessun ostacolo alle trattative. Recentemente il presidente di FCA, John Elkann, ha allontanato i timori, soprattutto di investitori e analisti, e ribadito l'obiettivo di arrivare per la fine dell'anno a firmare la lettera d'intenti vincolante nella convinzione che la denuncia non abbia alcun fondamento.
Francesi sorpresi. Inoltre, la scorsa settimana le due società hanno inviato una lettera ai propri dipendenti per aggiornare sullo stato delle trattative e confermare ancora una volta l'intenzione di firmare a breve il protocollo d'intesa anche grazie al lavoro di oltre 50 manager guidati da Doug Ostermann per gli italo-americani e da Olivier Bourges per i francesi. Dunque non ci sono ritardi o rallentamenti, come da più parti temuto, ma la denuncia ha comunque sorpreso tutte le parti. Le accuse della GM, secondo il WSJ, sono state esaminate dai legali della PSA e discusse al tavolo dei negoziati ma non sono state ritenute sufficienti per frenare il progetto. I manager transalpini avrebbero, inoltre, concordato con i loro colleghi italo-americani sulla mancanza di fondamenta giuridiche. Non solo. I francesi si sarebbero detti disposti a sostenere la Fiat Chrysler in qualsiasi iniziativa, a partire da una contro-denuncia nei confronti della General Motors.
Il ruolo di Tavares. La causa legale è comunque destinata ad aprire una lunga battaglia giudiziaria che si potrebbe trascinare per mesi e mesi, anche dopo il perfezionamento dell'operazione previsto tra circa un anno (sono ancora molti i passi da compiere come il via libera delle assemblee dei soci o delle autorità antitrust). In tal caso toccherà a Carlos Tavares occuparsi della vicenda nella veste di amministratore delegato del nuovo sodalizio. Avrebbe le doti per affrontare la vicenda? Secondo le fonti del Wall Street Journal, la risposta è positiva in virtù anche delle passate relazioni con la GM. Nel caso la FCA decida per una contro-denuncia si aprirebbe un negoziato con gli americani e a quel punto Tavares potrebbe far pesare i buoni rapporti costruiti con la Barra durante le trattative per l'acquisto della Opel condotte tra il 2016 e il 2017.
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