Mahindra cancella il piano di rilancio della SsangYong
A causa della pandemia del coronavirus, la Mahindra ha deciso di cancellare il piano di rilancio della SsangYong Motor e di bloccare, quasi del tutto, l’erogazione delle risorse finanziarie necessarie per sostenere le attività della controllata coreana.
Servono fondi alternativi. Il conglomerato indiano ha anche chiesto al costruttore di individuare fonti di finanziamento alternative per portare avanti il business plan. "Dopo lunghe deliberazioni basate sui flussi di cassa attuali e prospettici, il consiglio di amministrazione della Mahindra & Mahindra ha stabilito di non essere in grado di iniettare nuovi capitali nella SsangYong Motor e ha sollecitato la SsangYong Motor a trovare fonti alternative di finanziamento", ha comunicato il gruppo indiano, titolare del 74,65% del capitale della Casa coreana da quando, nel 2010, l'ha salvata dal fallimento. Da allora, la Mahindra ha cercato di risollevare le fortune della SsangYong, ma negli ultimi tre anni ha registrato perdite e vendite in continuo calo.
Il piano. Il blocco degli investimenti cancella l'impegno annunciato meno di due mesi fa: la Mahindra intendeva investire l'equivalente di circa 390 milioni di euro per riportare in utile, entro il 2022, la SsangYong Motor, che puntava sul lancio di nuovi modelli, come la variante elettrica della Korando (doveva essere svelata al Salone di Ginevra in vista del lancio in Europa nei prossimi mesi) per invertire il trend calante. Tuttavia, le ultime settimane sono state penalizzate dall'insorgere della pandemia. La SsangYong non ha potuto presentare i suoi nuovi modelli per l'annullamento del Salone elvetico, mentre la Mahindra ha pagato a caro prezzo le misure di lockdown varate in India: le vendite nel subcontinente sono crollate a marzo dell'88%. Per questo motivo, il gruppo ha varato diverse iniziative per rafforzare il proprio bilancio e fronteggiare le conseguenze finanziarie della pandemia.
Solo aiuti temporanei. La Mahindra ha comunque intenzione di sostenere la SsangYong durante l'attività di ricerca di nuove fonti di liquidità, ma si tratta di risorse esigue e di natura temporanea: nei prossimi tre mesi saranno messi a disposizione fondi per appena 30 milioni di euro. In sostanza, si tratta di una sorta di prestito ponte necessario per superare l’attuale fase critica, ma per la Casa coreana diventa indispensabile trovare un nuovo finanziatore che la salvi ancora una volta dal fallimento. La ricerca rischia di essere difficilissima alla luce dell'attuale situazione di mercato e delle difficoltà economiche della SsangYong, che a luglio sarà costretta a rimborsare un prestito concesso dalla Korea Development Bank per un ammontare di oltre 60 milioni di euro.
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