I primi contatti per la fusione risalgono al secondo semestre 2018
La fusione tra i gruppi FCA e PSA è ormai a pochi passi dal perfezionamento, anche grazie all'accelerazione impressa negli ultimi giorni. A dimostrarlo non è solo la convocazione, per il 4 gennaio, delle assemblee degli azionisti, che potrebbe far presagire una rapida soluzione alla questione forse più dura da affrontare: il parere favorevole della Commissione Europea. L'accelerazione è anche dimostrata dal deposito, presso l'autorità olandese di vigilanza dei mercati, del prospetto informativo per la quotazione in Borsa del futuro gruppo Stellantis e dalla conseguente autorizzazione. Al di là dei numeri e dei tanti fattori di rischio, o delle considerazioni sulla logica dell'operazione, il documento fornisce anche una serie di indicazioni interessanti sul processo che ha portato all'accordo di fusione dello scorso dicembre. A tal proposito, sin da subito emerge una piccola sorpresa: le interazioni e i contatti tra i manager sono iniziati già nel secondo semestre del 2018, poche settimane dopo la scomparsa (il 25 luglio) di Sergio Marchionne.
Collaboriamo? Nel prospetto si afferma, infatti, che "durante il terzo e il quarto trimestre del 2018, i dirigenti di PSA hanno avuto diverse “interazioni" con quelli di FCA al fine di esplorare potenziali programmi di cooperazione limitata. Questi tipi di progetti sono comuni nell'industria automobilistica e sono tipicamente limitati a determinati modelli di veicoli o gruppi propulsori. In quella fase non ci sono state discussioni sull'opportunità di una potenziale aggregazione aziendale delle due società, né è stata discussa l'acquisizione di una di queste da parte dell'altra". Successivamente, però, si è passati a parlare di un'operazione di Merger and Acquisition (M&A). È il 21 dicembre e l'amministratore delegato del costruttore transalpino, Carlos Tavares, contatta il suo omologo della Fiat Chrysler, Mike Manley, per proporre un incontro al Salone di Ginevra del marzo successivo e "valutare la possibilità di un'aggregazione aziendale delle due società". In seguito, il 28 febbraio due alti dirigenti (i due vice presidenti Olivier Bourges per PSA e Doug Ostermann per FCA) si parlano per organizzare l'agenda della riunione e "facilitare le discussioni". L'incontro avviene il 4 marzo e vede i rappresentanti delle due aziende esaminare "i potenziali programmi di cooperazione precedentemente individuati dalle parti", discutere di "una potenziale aggregazione aziendale tra le società" e valutare "le potenziali sinergie".
Il terzo incomodo. A questo punto, sembra che le cose possano prendere una piega favorevole, come dimostrato dalla firma, l'1 aprile 2019, di un "accordo di riservatezza". Nei due giorni successivi, infatti, Bourges e Ostermann si incontrano per discutere di progetti comuni nelle batterie e per continuare le discussioni sull'aggregazione. Il 16 aprile avviene una nuova riunione per parlare di sinergie e altri benefici della fusione e dal 23 aprile al 25 aprile si susseguono "diversi meeting" presso l'ufficio di Bredin Prat, legale del gruppo PSA, per discutere anche di aspetti ortganizzativi e normativi. Quindi, il 14 maggio Tavares e Manley hanno un ulteriore incontro per "esaminare i meriti" della potenziale fusione anche con il supporto della società di consulenza McKinsey. A questo punto, avviene il colpo di scena. Anzi, due: il 27 maggio viene annunciata la lettera d'intenti per una possibile integrazione tra FCA e la Renault e le discussioni con PSA vengono "cessate". Il 6 giugno, però, arriva, non del tutto a sorpresa (viste le rimostranze del governo francese e dei giapponesi della Nissan), la decisione di cancellare la proposta di fusione con i francesi di Boulogne-Billancourt.
Elkann contrario alla vendita. Poco dopo - è il 19 giugno - Robert Peugeot contatta John Elkann per chiedere il riavvio delle trattative e un incontro che ha luogo a Parigi il 4 luglio: il capostipite della famiglia francese propone non una fusione, bensì un'acquisizione di FCA da parte di PSA. Il 7 luglio arriva una nuova proposta: si tratta di una fusione, ma nella forma di un'offerta per l'acquisizione del gruppo italoamericano "a premio" e con una combinazione di azioni e contanti. "Tale proposta non ha portato ad alcun accordo in quella fase", si legge nel prospetto. “Elkann, in particolare, si è opposto alla struttura dell'operazione in base alla quale gli azionisti di FCA sarebbero stati significativamente diluiti a seguito della combinazione". Un'ulteriore proposta, a opera dei consulenti finanziari Messier Maris & Associés, viene presentata il 22 luglio, e prevede una "fusione alla pari" che viene discussa con la Goldman Sachs (advisor per FCA) il 28 luglio: anche in questo caso, l'ipotesi viene respinta perché non "riflette a sufficienza" i valori dei due gruppi. Le discussioni proseguono dall'1 al 10 agosto, quando Elkann e Tavares si incontrano per confrontarsi sulle ultime idee. Non viene, però, raggiunta alcuna intesa a causa del "disaccordo" sull'ammontare delle distribuzioni di dividendi e asset. Così, le discussioni vengono "concluse" dal presidente di FCA.
Si stringe il cerchio. L'11 settembre Tavares incontra ancora Manley al Salone di Francoforte per discutere dei motivi che hanno portato alla fine delle trattative e per invitare il manager inglese a visitare un centro prova di PSA e testare i veicoli elettrici e ibridi del gruppo. Nel mentre, continuano i contatti tra gli advisor finanziari per porre le basi di un riavvio delle discussioni su volontà soprattutto dei francesi. L'11 ottobre i due ad si ritrovano a La Ferté-Vidame e discutono delle varie opzioni sul tavolo e della possibilità di riaprire il confronto. Elkann è d'accordo. Intanto, aumentano i colloqui tra gli advisor e, il 23 ottobre, Messier Maris & Associés invia alla Goldman Sachs una proposta con i termini poi annunciati a metà dicembre. Tra i 25 e il 27 ottobre vengono informati gli azionisti di PSA e, sempre il 27, nella cornice di Versailles, Tavares incontra Elkann per concordare i principali termini della fusione: tra questi, la distribuzione dei dividendi per 5,5 miliardi di euro agli azionisti di FCA e della partecipazione in Comau e lo scorporo della Faurecia da PSA. Vengono anche discussi i passi successivi da compiere, tra cui la due diligence e la redazione dei contratti. Quindi, diventa tutto pubblico: il 29 ottobre il Wall Street Journal lancia l'indiscrezione sulle discussioni in corso e il giorno successivo arrivano le conferme da parte dei due gruppi. Il 30 ottobre i rispettivi consigli approvano i principali termini della fusione alla pari. Passa un mese di ulteriori trattative, con l'assistenza dei consulenti legali e finanziari, per definire l'accordo, avviare la due diligence, ottenere il sostegno degli azionisti, valutare gli ultimi aspetti di governance e struttura e quindi approntare i passi finali, che portano alla redazione di una lettera d'intenti vincolante con la relativa firma e il via libera definitivo il 17 dicembre. Dopo di che, come si suol dire, è storia nota ai più: il 18 dicembre viene firmato l'accordo per la nascita di Stellantis.
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