Elon Musk apre a una fusione con altre Case
A sorpresa, Elon Musk ha aperto a delle possibili operazioni straordinarie per la sua Tesla. L'imprenditore di origini sudafricane, amministratore delegato e maggior azionista della Casa californiana, si è in particolare mostrato disponibile a discutere di una fusione con un concorrente durante un evento virtuale della società editoriale tedesca Axel Springer. E, soprattutto, ha dettato le proprie condizioni, forte di una maxi valutazione in Borsa.
Le dichiarazioni. “Di sicuro, non abbiamo intenzione di lanciare un’operazione di acquisizione ostile verso nessuno, ma se qualcuno ci dicesse che sarebbe una buona idea fondersi con la Tesla e fornisse buone ragioni per farlo, allora potremmo discuterne", ha affermato Musk, rispondendo a una domanda sulla possibilità di valutare l'acquisto di una Casa concorrente grazie all'attuale forza finanziaria. La Tesla, infatti, ha superato a Wall Street i 530 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato. Una valutazione del genere renderebbe così molto facile per il costruttore lanciare, senza grandi sforzi finanziari, un'offerta pubblica d'acquisto su un concorrente.
Il confronto. Basterebbe, per esempio, una semplice proposta incentrata esclusivamente su uno scambio di azioni e, in tal caso, l'azienda di Palo Alto acquisirebbe una posizione di forza dominante nonostante vendite, ricavi e utili siano di molto inferiori alla concorrenza. I numeri degli altri big del settore parlano chiaro. Solo la Toyota, con un valore equivalente fissato a quasi 190 miliardi di dollari, vanta una capitalizzazione a tripla cifra. Gli altri colossi, invece, appaiono ben lontani: la Volkswagen ha un valore che si attesta sui 90 miliardi, la Ford intorno ai 36 miliardi e la General Motors di quasi 63 miliardi. La Daimler, tra il 2007 e il 2014 azionista della stessa Tesla, non supera i 73 miliardi e la BMW i 56 miliardi. Dunque Musk potrebbe anche, in via ipotetica, acquisire gli altri concorrenti trovando magari il sostegno di soci influenti, attratti dal vantaggio competitivo accumulato dalla Tesla negli ultimi anni sul fronte delle tecnologie per la mobilità elettrica. Quando, però, si parla di fusioni, o comunque di operazioni straordinarie, non bastano solo i numeri, ma contano anche numerosi altri fattori che, al momento, rendono qualsiasi ipotesi solo un esercizio di pura speculazione finanziaria. D’altro canto, il vulcanico imprenditore non è nuovo a lanciare messaggi sorprendenti. L’importante, per Musk, è tenere alta l’attenzione sulla sua creatura traendone, ovviamente, il massimo vantaggio: la Tesla ha guadagnato in Borsa quasi il 600% da inizio anno, consentendo al suo amministratore delegato di diventare il secondo miliardario al mondo dietro al solo Jeff Bezos di Amazon.
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