Diess: "Gli scenari negativi sono esagerati, l’impatto sull'occupazione sarà contenuto"
La transizione verso la mobilità elettrica comporterà una serie di ripercussioni considerevoli sull’industria automobilistica, soprattutto sul fronte dell’impatto occupazionale. Herbert Diess, tuttavia, pensa che "gli scenari negativi che a volte vengono disegnati siano esagerati". In un'intervista all'agenzia tedesca Dpa, l'amministratore delegato del gruppo Volkswagen ha infatti cercato di smontare le preoccupazioni sollevate da politici e sindacalisti sulle conseguenze alle quali andrà incontro il settore automobilistico: un dibattito aperto, nel quale è intervenuto anche il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani (leggi qui la nostra intervista).
Grandi opportunità. Diess non ha sminuito i timori, ma ha puntato il suo discorso sulle opportunità che si dovrebbero aprire nel futuro dell’auto grazie ai programmi di digitalizzazione dei veicoli o dei processi produttivi. Anche per questo, per il top manager bisogna evitare una "drammatizzazione" delle conseguenze per la forza lavoro: "Noi rimarremo una casa automobilistica anche tra dieci anni. Per costruire molte auto, ci sarà bisogno di molte persone nelle linee produttive anche nel 2030 e tanti lavoratori svolgeranno attività molto simili a quelle di oggi. Forse saranno più automatizzate, ma essenzialmente le attività manifatturiere non spariranno", ha sostenuto Diess. In ogni caso, lo sviluppo di maggiori competenze informatiche implicherà una serie di grandi e profondi cambiamenti all’interno della Volkswagen e del comparto auto. "Cresceremo nell'area software con nuovi dipendenti. Tuttavia, a differenza di altri settori, il cambiamento nell'industria automobilistica richiede molto tempo: per noi due cicli di vita di un solo modello valgono 15 anni".
Cambiamenti sopravvalutati. Le dimensioni del gruppo Volkswagen potrebbero rallentarne l’adattamento al nuovo contesto di mercato, ma anche in questo caso Diess ha allontanato eventuali preoccupazioni: "Se continuiamo a seguire un percorso positivo, possiamo tranquillamente salvare gran parte dei posti di lavoro, crescere in alcune aree e ridimensionarci in altre". Dunque, il costruttore di Wolfsburg riuscirà ad adattare il suo modello operativo ai cambiamenti in atto e lo stesso succederà per i suoi fornitori: "Il 70% sta attraversando questa trasformazione come se non ci fosse perché i sedili rimangono sedili, l'acciaio rimane acciaio, le ruote rimangono ruote, i freni rimangono freni". Ben diversa la situazione per i propulsori "ma anche in questo campo il cambiamento è sopravvalutato perché già oggi non è l'area a più alta intensità di dipendenti", ha affermato Diess. "Da noi un motore ha un tempo di produzione di circa un'ora, rispetto alle 20-30 dell’intero veicolo". A detta dell’amministratore delegato, l’interrogativo per i prossimi anni è però un altro: "Rimarremo competitivi contro nuovi concorrenti come quelli asiatici?"
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