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Volkswagen
Elettriche e crisi dei chip: a Wolfsburg nuovo scontro tra Diess e il consiglio di fabbrica

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Elettriche e crisi dei chip: a Wolfsburg nuovo scontro tra Diess e il consiglio di fabbrica
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Il primo confronto pubblico tra Herbert Diess e Daniela Cavallo non ha riservato sorprese. Vista la tensione degli ultimi giorni, si presagiva un duro faccia a faccia tra i due massimi esponenti del gruppo Volkswagen e così è stato: in particolare, il presidente del consiglio di fabbrica non ha avuto remore lanciare un attacco contro l’amministratore delegato, costretto, a sua volta, alla difensiva davanti ai dipendenti riuniti in assemblea. 

"Troppe promesse". Cavallo, rivelatasi un osso duro (più del predecessore Bernd Osterloh), ha parlato per prima all’incontro organizzato presso il padiglione 11 del complesso produttivo di Wolfsburg. I lavoratori presenti non superavano i 7 mila per via delle norme anti Covid, mentre il resto dei 60 mila dipendenti del complesso produttivo ha seguito l'incontro su un canale video dell'intranet aziendale. In ogni caso, in platea c'erano anche alcuni importanti membri del consiglio di sorveglianza, come Stephan Weil, primo ministro del Land della Bassa Sassonia, e Jörg Hofmann, numero uno del potentissimo sindacato dei metalmeccanici IG Metall. Dopo una breve introduzione, Cavallo è partita subito con l'attacco a Diess: "La forza lavoro e noi come consiglio di fabbrica vediamo soprattutto grandi promesse", ha detto la rappresentante dei lavoratori, puntando l'indice contro il "patto per il futuro" siglato dalla direzione con i sindacati: nel documento, Wolfsburg avrebbe dovuto produrre 820 mila veicoli nel 2020, ma a detta di Cavallo non si è arrivati neppure a 500 mila. "Tre anni fa, per questo polo ci è stato persino promesso un milione di veicoli all'anno. Un milione di veicoli! Se le cose andranno bene, arriveremo a 400.000 nel 2021! Pandemia o no, mancanza di componenti o meno: siamo lontanissimi da queste promesse. La verità", ha proseguito Cavallo rivolgendosi a Diess, "è che il nostro consiglio di gestione del gruppo, di cui lei è responsabile, non riesce a mantenere il nostro impianto a pieno regime. Non ho quindi voglia  di continuare a fare affidamento su promesse che alla fine non verranno mantenute".

"Volkswagen in crisi, altri no". Ricordando ulteriori criticità, la sindacalista ha parlato anche della crisi dei chip: "Ci colpirà almeno per tutto l’anno prossimo e l'azienda sta riducendo i suoi programmi di produzione. Davanti a noi c'è un altro anno difficile. E se cambiano le normative sul lavoro a orario ridotto (il Kurzarbeit analogo alla cassa integrazione italiana, ndr), avremo una dura discussione su quali effetti avrà sui nostri colleghi in produzione". Secondo Cavallo, altre case automobilistiche (come la BMW, fresca di conti trimestrali in crescita) stanno reagendo "meglio" di fronte alla carenza di chip, ma non solo: lo stesso brand Volkswagen, all'interno del gruppo, sarebbe "svantaggiato in termini di distribuzione dei semiconduttori", dirottati su modelli di marchi premium con maggiori margini di profitto.  

Le critiche personali e il bubbone elettrico. Cavallo ha poi invitato Diess a "non speculare sui tagli di posti di lavoro" e a lavorare con il sindacato per trovare soluzioni: "Il consiglio di fabbrica vuole il cambiamento, la forza lavoro vuole il cambiamento, il sito di Wolfsburg vuole il cambiamento, ma il cambiamento c'è solo con la cultura della Volkswagen e questo include il coinvolgimento del consiglio di fabbrica". Il dirigente bavarese è stato criticato anche sul piano personale per aver condotto test drive pubblici con nuovi modelli mentre i "clienti aspettano le loro auto per mesi", per aver lanciato un progetto pilota per consentire l’utilizzo delle biciclette all’interno del complesso produttivo, per alcune escursioni in montagna con altri membri del consiglio e, infine, per aver partecipato a eventi pubblici con "uno dei nostri maggiori concorrenti", ossia Elon Musk. Le conclusioni, sempre direttamente rivolte a Diess, sono state ancora più caustiche: "Come se non bastasse, lei ha allestito modelli matematici con cui sconsiglia di comprare un auto con motore a scoppio. Qual è la sua prossima idea? Forse consiglierà di acquistare direttamente una Tesla? O la bici al posto dell'auto? Dice ovunque che vuole portare Volkswagen nella mobilità elettrica. Va bene, ci siamo. Stiamo finanziando questo cambiamento e continueremo a finanziarlo per i prossimi anni vendendo motori a combustione. Le auto che i miei colleghi costruiscono anche qui nel sito di Wolfsburg e che ci hanno reso l'azienda che siamo oggi, queste auto ci consentono di passare alla mobilità elettrica. Glielo ricordo perché negli ultimi anni non si è mostrato una volta con una Golf". Alla fine, stando alle ricostruzioni della stampa tedesca, ci sarebbe stata una standing ovation da parte dei lavoratori. 

Le altre critiche. Anche Hofmann ha criticato Diess. "Un allenatore che non ha accesso alla squadra perderà la partita in campo", ha detto il boss di IG Metall. "La ristrutturazione dell'industria automobilistica è un compito titanico che richiede una forza lavoro motivata. La trasformazione può avere successo solo insieme ai dipendenti, non contro di loro". Dal canto suo, Weil ha messo in chiaro che la Bassa Sassonia "sta dalla parte della Volkswagen: noi stiamo dalla parte di Wolfsburg e dalla parte parte dei suoi lavoratori".

Parola alla difesa. Diess, giunto in ritardo e dopo il discorso di Cavallo, ha difeso il proprio operato e cercato di convincere i presenti della bontà dei suoi progetti di trasformazione; allo stesso tempo, però, ha anche espresso comprensione per i problemi della forza lavoro legati al continuo ricorso al Kurarbeit. Secondo il manager, la Volkswagen sta superando meglio di altri la crisi causata dalla pandemia, anche se non ci sono rassicurazioni sulla carenza di semiconduttori: "La mancanza di chip ci accompagnerà anche l'anno prossimo", ha spiegato Diess. "L'offerta sta migliorando, ma non saremo in grado di costruire tutte le auto. Alcuni vengono colpiti più duramente come Ford, GM e i francesi. Altri, come Tesla e BMW, stanno andando meglio perché hanno lavorato da tempo a stretto contatto con i produttori di chip". L'ad ha dedicato un passaggio specifico alla fabbrica sassone, "di particolare importanza per il gruppo e sua punta di diamante", ma ha anche sottolineato la necessità di monitorare da vicino la concorrenza: "La prossima Golf non deve essere una Tesla, la prossima Golf non deve venire dalla Cina". Il dirigente ha quindi affrontato la questione dei possibili tagli ai posti di lavoro, senza, però, entrare in dettaglio sull’ipotesi dei 30 mila esuberi che hanno scatenato l’attuale crisi con il consiglio di fabbrica: "Vorrei che i vostri figli e nipoti possano avere ancora un lavoro sicuro qui con noi, a Wolfsburg, dopo il 2030". Tuttavia, "i posti di lavoro che esistono oggi saranno sicuramente meno entro i prossimi 10-15 anni, soprattutto nell'amministrazione, ma anche nella produzione e nello sviluppo. Allo stesso tempo, si aggiungono nuovi e diversi lavori. Solo insieme possiamo rendere Volkswagen a prova di futuro", ha spiegato ancora Diess, invitando a "cambiare rotta” per non perdere la partita con concorrenti agguerriti: "Non dobbiamo lasciare che la Tesla distrugga la nostra posizione e la nostra sede storica. Anche se non parlerò più di Elon Musk, lui sarà vivo e continuerà a rivoluzionare il nostro settore". 

Zwickau vs Wolfsburg. Infine, non è mancato uno scontro sulle strategie di elettrificazione per Wolfsburg. Alla richiesta di Cavallo di un modello a batteria prima del 2026 (ovvero quando sarà avviata la produzione dell’ammiraglia del progetto Trinity), Diess ha ricordato che l'offensiva elettrica sarebbe dovuta iniziare in Bassa Sassonia e non a Zwickau: "Volevo portare l'ID.3 a Wolfsburg, ma mi dicevano di aspettare. Pertanto, la prima elettrica del marchio Volkswagen è stata assegnata a Zwickau". In sostanza, Diess ha indirettamente confermato l'opposizione dei sindacalisti - e in particolare di Osterloh - alla produzione di elettriche in Bassa Sassonia. Diametralmente opposta l'opinione di Cavallo: "Non è vero, avevamo concordato un modello elettrico per Wolfsburg nel 'patto per il futuro', ma poi è stato proposto il raggruppamento in un unico luogo, vale a dire Bratislava. Per mantenere i posti di lavoro in Germania, il consiglio di fabbrica ha imposto Zwickau. Ora Wolfsburg deve seguire l'esempio". Il destino di Diess è destinato a tenere banco nei prossimi giorni: il futuro dell'ad sarà discusso prima da un comitato di mediazione, e poi dal consiglio di sorveglianza in una riunione già programmata per il 9 novembre.

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