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Vulcan esplorerà una riserva di litio alle porte di Roma

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Vulcan esplorerà una riserva di litio alle porte di Roma
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L’Italia potrebbe diventare una delle nazioni europee più importanti nella produzione di litio per batterie destinate alle auto elettriche. L'azienda mineraria australiana Vulcan Energy, che di recente ha siglato accordi di fornitura con diversi costruttori come Renault, Stellantis e Mercedes-Benz, ha ottenuto un permesso di ricerca per esplorare un’area di 11,5 chilometri quadrati a Cesano, a 20 chilometri da Roma, e valutare le prospettive di sfruttamento di notevoli riserve di brine geotermiche per la produzione di idrossido di litio.

La scoperta. Il permesso riguarda un pozzo scoperto dall’Enel nel 1974 a circa 1.390 metri di profondità, all'interno della regione vulcanica dei Monti Sabatini e al confine meridionale della caldera di Baccano: le analisi hanno individuato nel 1975 campioni di “salamoia calda” con un elevato contenuto di litio, stimato tra 350 e 380 milligrammi per litro. "I risultati storici mostrano uno dei gradi di litio più elevati a livello mondiale registrati in un ambiente geotermico con falda acquifera confinata", sottolinea la Vulcan, spiegando che negli anni sono stati perforati diversi pozzi fino a una profondità di 3 mila metri ma ancora manca un’analisi della salamoia presente e dell’eventuale contenuto di litio. Tuttavia, l’azienda cita alcuni studi accademici, secondo cui il campo geotermico di Cesano "presenta caratteristiche molto favorevoli per la produzione di litio", risultati "molto incoraggianti per il recupero di litio senza alcun trattamento preventivo" e "velocità di recupero molto elevate".

Progetto Rollo. In ogni caso, la Vulcan sottolinea "alcune potenziali sfide future per lo sviluppo dell'estrazione di litio a Cesano, inclusa la complessità strutturale e la presenza di elevate quantità di acido solfidrico disciolto". A tal fine, saranno condotti ulteriori studi e analisi approfondite, in stretta collaborazione con geologi italiani e autorità locali, "per raccogliere e valutare i dati finora noti, verificare l’effettivo contenuto di litio ed esaminare la salamoia per stabilire il potenziale di sviluppo". In caso positivo, le riserve di Cesano andrebbero ad aumentare il potenziale estrattivo collegato al progetto "Zero Carbon Lithium" della Vulcan: incentrato sullo sfruttamento di brine geotermiche nell’Alta Valle del Reno, in Germania, è volto a a generare energia geotermica e produrre idrossido di litio con sistemi di estrazione e raffinazione sostenibili e non dannosi per l’ambiente: l’azienda australiana esclude l’utilizzo di carburanti fossili per le attività operative e garantisce "un minimo consumo d’acqua". La Vulcan non è la sola azienda mineraria a operare nell’Alta Valle del Reno, dove, tra l’altro, le riserve non sembrano avere lo stesso potenziale di Cesano: il contenuto di litio dei vari giacimenti sparsi su un’area molto vasta (la sola Vulcan ha permessi su mille chilometri quadrati) è stimato tra un minimo di 120 e un massimo di 220 milligrammi per litro. 



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