Via libera alla fabbrica di Berlino, ma ad alcune condizioni
La Tesla ha ottenuto l’autorizzazione definitiva per la fabbrica di Grünheide, a Berlino. L'ufficio statale per l’ambiente del Brandeburgo ha chiuso l’iter di approvazione, concedendo il permesso finale all’intero progetto ma imponendo una serie di requisiti per l'avvio delle attività produttive.
Le condizioni. In particolare, la Tesla dovrà dimostrare il rispetto di diverse prescrizioni sul fronte dell'utilizzo di acqua e dell'inquinamento atmosferico, due ambiti diventati oggetto delle preoccupazioni manifestate negli ultimi mesi dalle associazioni dei cittadini e dalle organizzazioni ambientaliste. In ogni caso, i relativi impianti di monitoraggio delle emissioni e di protezione delle falde acquifere devono ancora essere installati e questo spiega il via libera condizionato concesso dalle autorità locali.
Manca solo la licenza produttiva. La Casa californiana non potrà, comunque, iniziare immediatamente a produrre veicoli nel suo primo impianto europeo: le autorità locali devono ancora concedere la licenza operativa necessaria per avviare ufficialmente le attività manifatturiere. Si tratta, però, di un ultimo ostacolo facile da superare dopo un iter durato oltre due anni e caratterizzato da numerosi ritardi, legati per lo più alla necessità di rispettare l’obbligo normativo delle consultazioni pubbliche sull'impatto ambientale del nuovo sito industriale. Per l'ultimo passaggio servono solo un paio di settimane.
Inaugurazione il 22 o 23 marzo. L'inaugurazione della fabbrica potrebbe aver luogo dopo la metà di marzo. A tal proposito, alcune testate tedesche hanno riferito dei preparativi messi in atto dalla polizia locale per una cerimonia di apertura per il 22 o il 23 marzo. Dunque, manca ormai poco all'avvio produttivo tanto atteso da Elon Musk. L'amministratore delegato, che ha più volte manifestato irritazione per la complessità della burocrazia tedesca, contava di aprire lo stabilimento nel giro di poco più di un anno dopo la presentazione del progetto, ma è stato costretto a rinviare più volte l’inaugurazione di una struttura progettata per produrre fino a 500 mila veicoli l'anno e a impeigare ben 12 mila lavoratori (2.500 sono stati già assunti).
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