I sindacati: "Bene i fondi, ma serve una politica industriale"
Le organizzazioni sindacali italiane apprezzano l'impegno del governo a favore del comparto automobilistico ma tornano a chiedere l’implementazione di una politica industriale in grado di accompagnare, con strumenti concreti, l’intera filiera nella transizione energetica. È questo il principale messaggio che i sindacati hanno inviato all’esecutivo in occasione di un incontro del Tavolo Automotive. I rappresentanti dei lavoratori hanno trovato una prima sponda nel vice ministro allo Sviluppo economico, Gilberto Pichetto: l'appuntamento, infatti, è servito per "fare il punto della situazione e condividere con le industrie che producono in Italia i passaggi fondamentali per programmare il percorso dei prossimi anni; illustrare gli strumenti attualmente previsti dal Mise per accompagnare le aziende in questo processo; ma soprattutto definire un nuovo strumento di politica industriale specifico per il settore che possa accompagnare la transizione".
L'incontro. Nel corso del tavolo sono stati illustrati gli strumenti oggi previsti dal Mise per il settore e non solo. Pichetto ha parlato dell’ipotesi di “modificare la legge 181/89” per trasformarla da territoriale in settoriale e della possibilità di utilizzare anche il Temporary Framework, "che permette di avere nelle regioni del Centro Nord una intensità di aiuto maggiore del 15%”. “Qualcosa è partito, qualcosa deve partire. Come Mise abbiamo dato fin da subito un segnale importante al settore facendo tutto il possibile per far ripartire la filiera”.
Le richieste sindacali. "È necessario trasformare le intenzioni in azioni", hanno chiesto i rappresentanti della Fiom-Cigl, sottolineando la necessità di "costruire un modello di intervento e individuare gli strumenti". "È necessario un piano strategico nazionale che individui i fabbisogni tecnologici e che coordini le azioni delle istituzioni locali", perché "le risorse pubbliche e il fondo istituito dal governo debbano servire al rilancio produttivo, alla gestione della transizione e alla tutela dell'occupazione. Il solo sostegno alla domanda non basta a far ripartire le fabbriche e a raggiungere il pieno utilizzo della capacità produttiva nel nostro Paese. Abbiamo bisogno di investire in ricerca e sviluppo sui software, sulla guida autonoma, sul riciclo dei veicoli, sui semiconduttori e sulla formazione". Dello stesso avviso la Fim: "Abbiamo valutato positivamente lo stanziamento di 8,7 miliardi per il settore dell'automotive da qui al 2030, ma pensiamo che sia indispensabile slegarlo dagli incentivi all'acquisto delle autovetture sostenibili per garantire così le risorse necessarie al processo di reindustrializzazione e accompagnare il processo di trasformazione in corso. È prioritario accompagnare la transizione con una politica industriale capace di sviluppare nel nostro Paese la filiera necessaria alla mobilità del futuro". Infine, la Fismic ha chiesto "una forte strategia di investimenti" per la transizione e "strumenti di tutela occupazionale e salariale". Ulteriori richieste, in particolare sulle missioni produttive delle principali fabbriche automobilistiche italiane, saranno rivolte a breve al gruppo Stellantis e all’amministratore delegato Carlos Tavares. Per domani mattina è previsto un apposito incontro a Torino.
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