Torna l'epoca dei Soviet: sì ad auto senza airbag o Abs
L’industria automobilistica russa è destinata a tornare indietro di decenni. Le sanzioni internazionali imposte dai Paesi occidentali per l’invasione dell’Ucraina non hanno solo spinto la maggior parte delle Case estere ad abbandonare il mercato locale o a chiudere tutte le attività industriali, ma hanno anche determinato una pesante carenza di componentistica che ha portato il governo a prendere una decisione sorprendente per quanto obbligata. Infatti, secondo quanto si legge sul sito del quotidiano Kommersant, Mosca ha approvato un decreto per allentare gli standard di sicurezza per l’omologazione dei veicoli prodotti all’interno del territorio russo. Nell’elenco dei vari dispositivi cancellati figurano sistemi come gli airbag o l’Abs.
Indietro tutta. Il decreto, valido fino all’1 febbraio 2023, consente anche di produrre veicoli senza l’Esp o i pretensionatori delle cinture di sicurezza. Inoltre, è stato cancellato l’obbligo di risposta automatica alle chiamate dell’Era-Glonass, il sistema di allerta degli incidenti analogo all’e-Call europeo. Il decreto ha anche semplificato i processi di omologazione delle vetture e in particolare i meccanismi di verifica della conformità dei veicoli alle disposizioni di legge. Infine, sono stati ridotti pure i requisiti ambientali per riportare in vigore gli standard dall’Euro 0 all’Euro 5. In pratica, sarà possibile produrre veicoli con parametri di emissioni per i quali bisogna tornare al 1988, un salto all’indietro di oltre 30 anni. D’altro canto, con le sanzioni è stato bloccato quasi del tutto l’export in Russia di componenti ormai imprescindibili per i nuovi sistemi di sicurezza e per la riduzione delle emissioni. Dunque, ora i costruttori locali potranno abbandonare l’installazione di dispositivi diventati inaccessibili a causa delle sanzioni o della carenza di semiconduttori.
Arrivano i cinesi. A ogni modo, il decreto non impone alcun obbligo e le Case russe potranno produrre veicoli in grado di rispettare standard sia obsoleti, che recenti, sempre che trovino i pezzi necessari. A tal proposito, viene confermato quanto già indicato da Quattroruote nelle ultime settimane sulla possibilità che lo spazio lasciato libero dagli occidentali venga occupato dai costruttori o fornitori cinesi. Un indizio arriva dalla testata Vedomosti: il tentativo di rilancio della Moskvič potrebbe passare dal ricorso a componenti e progetti di origine cinese. Il marchio dell’era sovietica sarà utilizzato dalla municipalità di Mosca per produrre veicoli nella fabbrica della Renault, rilevata nel quadro dell’accordo che ha portato i francesi a dire addio alle loro attività industriali in Russia. L’impianto potrà giovarsi del contributo industriale garantito non solo dalla Kamaz. Quest'ultima avrebbe avviato trattative per l’utilizzo di una piattaforma produttiva e di competenze ingegneristiche e di progettazione della cinese JAC, già sua partner per altre produzioni. Le attività congiunte dovrebbero iniziare non più tardi del quarto trimestre di quest’anno.
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