De Meo: "All'Europa serve neutralità tecnologica, Euro 7 infattibile"
Luca de Meo torna a manifestare tutto il suo scetticismo su decisioni europee di particolare rilevanza per l'industria automobilistica, lanciando, dalle colonne del Sole 24 Ore, dure critiche nei confronti del bando alla vendita di auto endotermiche per il 2035 e della normativa Euro 7 e chiedendo all'Europa un approccio improntato alla "neutralità tecnologica" e, soprattutto, di una "politica industriale" in grado di accompagnare la transizione verso la mobilità elettrica.
Euro 7 infattibile. "Ci muoviamo in un contesto di regolamenti sempre più severo. A cominciare dal Fit for 55 entro il 2030", afferma l'amministratore delegato della Renault in un'intervista con il quotidiano economico, ricordando il via libera dell'Europarlamento allo "stop alla produzione di auto a motore endotermico dal 2035. In più ci stanno chiedendo di fare un Euro 7 che tecnicamente è infattibile" perchè, "per come è scritto oggi, tutti i motori a combustione interna andranno fuori dal mercato dal 2025". il manager italiano sottolinea quindi due rischi. Il primo è rappresentato dai "cinesi, che hanno più controllo di noi sulla catena del valore, possono utilizzare l'elettrico per conquistare quote". Il secondo è "l'asimmetria a livello di competizione tra le 'placche' America, Europa e Cina che le autorità devono correggere. Non voglio parlare di protezionismo. Si tratta di non essere naïf e di fare rispettare un principio di reciprocità".
Serve la neutralità. In tale contesto, de Meo non crede che l'Europa abbia una politica industriale. Alla domanda su quale sia la politica industriale per l'auto in Europa, risponde che l'interrogativo andrebbe posto "ai capi di governo dell'Ue e a chi è seduto a Bruxelles. Ricordo che questa industria pesa per 13 milioni di posti di lavoro, che equivale al 17% della popolazione attiva in Europa, l'8% del Pil, 80 miliardi nella bilancia commerciale continentale, 400 miliardi di tasse legate alla mobilità", prosegue il numero uno della Losanga, secondo il quale "le regolamentazioni devono rispettare il principio della neutralità tecnologica. Noi produttori di auto intendiamo dire la verità. E la verità è che dobbiamo guardare all'intero ciclo, cradle to grave (dalla culla alla tomba, ndr), e non al tank to wheel (dal serbatoio alla ruota, ndr). Così, se il nemico è la CO2, ci si apre ad alternative. Che possono essere il motore a combustione con dei mix di carburanti meno impattanti come gli e-fuel o il biodiesel. Ma nella normativa europea non è previsto". Infine, una domanda sulla possibilità di un cambiamento con le elezioni europee del 2024: "Questo si vedrà", risponde de Meo. Per adesso abbiamo sentito commissari dirci che se qualcosa non funzionerà si potrà correggere la rotta nel 2026 o 2027. Piccolo particolare: i costruttori hanno già impegnato qualcosa come 250 miliardi di euro di investimenti. Non possono dirci 'abbiamo scherzato'".
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