2035, è ufficiale: l'Italia voterà contro
Il governo italiano formalizza la propria posizione sullo stop alle auto endotermiche nel 2035. Ieri, alla vigilia della riunione degli ambasciatori dei Paesi dell’Ue (Rappresentanti Permanenti aggiunti in Ue, noto come Coreper), in programma oggi 1° marzo a Bruxelles, il ministeo dell'Ambiente e della Sicurezza energetica (Mase) ha diffuso una nota per comunicare la decisione di esprimere "una posizione contraria alla proposta di Regolamento europeo che prevede il bando alla produzione e vendita di auto e furgoni con motori termici al 2035".
"L'elettrico non è l'unica strada". "Pur condividendo gli obiettivi di decarbonizzazione, l’Italia sostiene che i target ambientali vadano perseguiti attraverso 'una transizione economicamente sostenibile e socialmente equa', pianificata e guidata con grande attenzione, per evitare ripercussioni negative per il Paese sia sotto l’aspetto occupazionale che produttivo", prosegue il ministero. "L’Italia ritiene inoltre che la scelta dell’elettrico non debba rappresentare, nella fase di transizione, l'unica via per arrivare a zero emissioni. Il successo delle auto elettriche dipenderà molto da come diventeranno accessibili a prezzi concorrenziali". Per il Mase, "una razionale scelta di neutralità tecnologica a fronte di obiettivi ambientali condivisi deve consentire agli Stati membri di avvalersi di tutte le soluzioni per decarbonizzare il settore dei trasporti, tenendo conto delle diverse realtà nazionali e con una più graduale pianificazione dei tempi". Tra le alternative all'elettrico, il ministro Gilberto Pichetto Fratin cita gli e-fuel: "L'utilizzo di carburanti rinnovabili, compatibili con i motori termici contribuirà ad una riduzione delle emissioni senza richiedere inattuabili sacrifici economici ai cittadini", sottolinea Pichetto.
Le altre posizioni. Dunque, il governo italiano passa ai fatti dopo le tante dichiariazioni d'intenti degli ultimi giorni da parte di esponenti di spicco dell'esecutivo guidato da Giorgia Meloni sulla necessità di perseguire un approccio improntato alla neutralità tecnologica per non andare incontro a quello che è stato più volte definito "un suicidio industriale". C'è, però, una domanda da porsi: quante chance ha l'Italia di bloccare un iter che ormai sembra instradato verso il via libera del bando, ancor più dopo il recente voto favorevole dell'Europarlamento? Non molte, anche se a livello europeo qualcosa sembra muoversi, perchè al no di Roma bisogna aggiungere le posizioni di Bulgaria e Polonia (Sofia si è astenuta al Coreper di novembre che aveva approvato l'accordo preliminare tra il Consiglio Ue e il Parlamento, Varsavia ha votato contro) e i dubbi della Germania, espressi ieri da diversi rappresentanti, a partire dal ministro dei Trasporti, in quota liberaldemocratici (Fdp), Volker Wissing: "Considerando l’enorme parco di autovetture che abbiamo in Germania, per la Fdp può esservi un compromesso soltanto se è possibile anche l’uso di e-fuel. In caso contrario, la Germania non potrebbe accettare la messa al bando dei motori a combustione nell’Ue".
L'iter. Ora bisogna verificare se i dubbi di Berlino diventeranno qualcosa di più concreto: molto dipenderà dai delicati equilibri interni alla coalizione di governo composta anche dai Socialdemocratici e dai Verdi, da sempre intenzionati a sostenere un bando "senza se e senza ma", ma alle prese con non poche critiche per il sostegno a un maggior ricorso a fonti inquinanti come il carbone per compensare il crollo delle forniture di gas russo. In tal caso, è anche possibile che si venga a creare un asse tra i quattro Paesi che potrebbe effettivamente bloccare l'intera procedura di adozione del bando. Vediamo, dunque, come funziona il processo di approvazione delle normative europee. Innanzitutto, c'è da dire che sulla questione non è previsto alcun potere di veto. Il voto all'unanimità è previsto, per esempio, per politica estera e sicurezza comune, imposizione fiscale, sicurezza e protezione sociale, adesione di nuovi Stati, cooperazione di polizia operativa tra gli Stati membri. Negli altri casi, basta una maggioranza "qualificata", una situazione che viene raggiunta quando sono soddisfatte due condizioni in contemporanea: il 55% degli Stati membri (15 Paesi su 27) vota a favore e gli Stati che appoggiano la proposta rappresentano almeno il 65% della popolazione Ue. C'è, però, un ulteriore aspetto da tenere in considerazione: la possibilità che almeno 4 membri del consiglio formino la considdetta "minoranza di blocco". Dunque, Italia, Polonia, Bulgaria e Germania, se decidessero di coalizzarsi, potrebbero "bloccare" l'iter e quindi far vacillare l'intero regolamento.
I prossimi appuntamenti. Per avere maggiori certezze, occorre attendere l'esito del Coreper previsto oggi e propedeutico ad altri incontri forse risolutivi. Se la riunione riesce a concludere le discussioni sulla proposta, allora questa verrà iscritta all'ordine del giorno tra i punti "A" del Consiglio Ue, che la voterà senza procedere con ulteriori discussioni. Di norma, circa due terzi dei punti sono adottati come punti "A", ma l’esame può tuttavia essere riaperto su richiesta di uno o più Stati membri e inserito nella sezione "B", che include questioni sulle quali non è stato raggiunto, per l'appunto, un accordo. Sul bando è già in programma un incontro del Consiglio Ue per il 7 marzo prossimo. Doveva procedere con la ratifica formale e definitiva del testo approvato in seconda lettura dalla plenaria dell'Europarlamento di poche settimane fa, ma è evidente come l'iniziativa italiana sia destinata a mischiare le carte. Tutto, però, dipende dalla Germania e da un ulteriore particolare. Wissing ha fatto capire che Berlino potrebbe anche astenersi nel caso la Commissione non presenti un formale impegno nei confronti degli e-fuel e con la maggioranza qualificata un'astensione è considerata un voto contrario. Tutto è quindi sub-judice. Rimane il fatto che l'intero regolamento è sempre più in bilico, aumentando un livello di incertezza non certo favorevole alle decisioni strategiche dell'intero settore automobilistico.
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