La lettera che seppellisce il progetto: "Rinunciamo all'accordo con la Regione"
La Silk-Faw ha cancellato il suo progetto di investimento per la produzione di auto sportive a Reggio Emilia? Oppure l'azienda sino-americana si è solo ritirata dal progetto di Gavassa? Al momento non è dato sapere, anche se i documenti pubblicati sul sito della Regione Emilia-Romagna non lasciano adito a molti dubbi: il sogno di un nuovo impianto automobilistico nel cuore della Motor Valley si può considerare definitivamente tramontato. In particolare, una determina dirigenziale della giunta regionale dà conto di una lettera inviata tramite Pec e acquisita agli atti con un protocollo datato 22 febbraio: nella missiva, la Silk Sports Car Company Srl, già Silk-Faw Automotive Group Italy Srl, dichiara che "intende rinunciare all’accordo" di insediamento e sviluppo sottoscritto con lo stesso ente regionale il 27 aprile dell'anno scorso.
Mancano dettagli. Nella determina si prende atto di un altro fattore negativo. In sostanza, la regione prende atto di non aver acquisito "la presentazione del dettaglio delle operazioni" del "progetto tipologia C". Si tratta, nello specifico, della parte relativa ai “percorsi di formazione/accompagnamento di nuovi assunti nelle diverse aree aziendali e occupazione di lavoratori svantaggiati e disabili, per il pieno sviluppo socioeconomico dell'iniziativa imprenditoriale di Silk-Faw dedicata alla filiera dell'automotive". In sostanza, l'azienda non ha neanche avviato il processo di assunzione del personale che avrebbe dovuto popolare il previsto insediamento produttivo a Gavassa, la frazione alle porte di Reggio Emilia scelta inizialmente per la realizzazione del nuovo polo produttivo. Preso atto della mancata presentazione, "non si è proceduto all’assunzione dell’impegno finanziario del contributo concedibile" per un ammontare di 502.500 euro.
Revocati i fondi. L'accordo di insediamento includeva nel complesso la possibilità per la giunta regionale di concedere un contributo di 4.502.500 euro, di cui 4 milioni per la realizzazione del "progetto tipologia B" denominato “3 S motor v - sistema sostenibile di sviluppo motor vehicle”. I fondi, per i quali non sono state accertate disposizioni di pagamento a favore dell'azienda (di conseguenza, non è necessaria nessuna procedura di recupero), sono stati quindi revocati nella loro interezza. La rinuncia all'accordo ha prodotto conseguenze anche a Reggio Emilia. Il comune, considerata anche "l’assenza a tutt’oggi degli atti relativi alla definitiva acquisizione dell’area di insediamento industriale", ha convocato la conferenza dei servizi conclusiva, che dovrà prendere atto della "mancanza delle condizioni originali che avevano portato alla definizione dell’Accordo di programma fra gli enti territoriali e la società" e procedere con cancellazione degli atti relativi all'ampliamento dell'area industriale per circa 79 mila metri quadrati in più rispetto a quanto previsto dal piano urbanistico e a qualsiasi altro impegno. L'amministrazione reggiana sottolinea di non aver "impegnato alcun genere di risorsa economica, né di investimento, né di spesa corrente", ritiene "necessario a questo punto che la ditta mantenga, prioritariamente, gli impegni nei confronti di dipendenti e fornitori", e auspica "che in futuro possa rilanciare la propria attività garantendo continuità aziendale". Peccato che nulla faccia presagire la ripresa di un progetto, senza contare i risvolti giudiziari che potrebbero trasformare il sogno sino-americano in un incubo.
COMMENTI([NUM]) NESSUN COMMENTO
Per eventuali chiarimenti la preghiamo di contattarci all'indirizzo web@edidomus.it