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Termini Imerese
Spunta Italvolt: presentato un progetto di gigafactory a Comune e sindacati

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Dopo i problemi del progetto di una gigafactory nell'ex polo Olivetti di Scarmagno, la Italvolt ha rivolto le sue attenzioni su un’altra area industriale in sofferenza, la ex Fiat di Termini Imerese: l’imprenditore svedese Lars Carlstrom, infatti, ha manifestato il suo interesse a investire in Sicilia e ha già presentato alcuni dettagli della sua iniziativa alle istituzioni e alle organizzazioni sindacali locali.

Il progetto. In particolare, stando a quanto rivelato da alcuni sindacalisti, Italvolt avrebbe intenzione di investire circa tre miliardi di euro in tre anni per realizzare una fabbrica di batterie con cinque linee di produzione e arrivare a impiegare circa duemila lavoratori. "Abbiamo ascoltato le parole di Carlstrom - affermano Antonio Nobile, segretario generale Fim Cisl Palermo-Trapani, e Dino Cirivello, responsabile Cisl Termini Imerese - e ci sembra un progetto ambizioso, anche perché, a quanto pare, la società intende partire con investimenti privati. Quello iniziale della stessa Italvolt sarebbe di cinque milioni di euro, di certo un capitale molto esiguo rispetto alle previsioni finanziarie complessive, ma l'amministratore è stato fiducioso sul reperimento del resto delle somme. A ogni modo il nostro giudizio resta sospeso in attesa dei fatti". "Questo progetto deve avere la necessaria sostenibilità finanziaria e un partner industriale, vogliamo sapere quali sono le Case automobilistiche con le quali questa società ha accordi per le batterie elettriche. Questi due aspetti oggi non sono stati chiariti", aggiunge Roberto Mastrosimone della Cgil siciliana. In ogni caso, i sindacalisti sono molto cauti alla luce della storia del polo industriale dismesso dal Lingotto nell’ormai lontano 2011 e già oggetto di fallimentari progetti di rilancio: è il caso della Blutec, finita al centro di una bancarotta con diversi risvolti giudiziari. "Non possiamo esprimere pareri dettagliati - evidenziano Nobile e Cirivello -, anche perché le esperienze del passato tormentato di questa area industriale ci insegnano che restare con i piedi per terra e attendere atti concreti è l'unica cosa da fare".

Il bando. Italvolt è la terza realtà ad aver manifestato un interesse a investire nell’ex Fiat di Termini Imerese, oggi in capo alla curatela fallimentare della Blutec (l’azienda, ora, è in amministrazione straordinaria). In corsa ci sarebbero anche l’imprenditore italo-australiano, Ross Pelligra, con un progetto di natura immobiliare, e l’ucraino Sergey Shapran, intenzionato a impegnare fino a 45 milioni di euro per una fabbrica di profilati e componenti di alluminio. In ballo ci sono i fondi pubblici previsti da un bando ministeriale che dovrebbe essere pubblicato nelle prossime settimane. Di sicuro dopo il 4 aprile, quando a Roma è prevista una nuova riunione del tavolo di crisi per Termini Imerese che dovrebbe portare alla definizione e alla firma dell’Accordo di programma necessario per il rilancio del polo industriale. Carlstrom avrebbe già comunicato ai sindacati l’intenzione di partecipare al bando al pari delle altre realtà interessate. "L'accordo di programma garantisce un contributo pubblico, ma è minimale rispetto al piano da 3 miliardi di euro che ci è stato illustrato da Italvolt, per cui servono garanzie precise di sostenibilità", sottolinea Mastrosimone, mentre Leonardo La Piana, segretario generale Cisl Palermo Trapani, è ancora più diffidente: "Le presentazioni in pompa magna, gli annunci ormai non hanno più la presa di una volta sulle speranze dei lavoratori. Serve un maggiore impegno della politica a tutti i livelli, perché di anni ne son passati troppi e di parole belle ma vuote altrettanto".

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