Industria e Finanza

Euro 7
I costruttori: "L'Europa sottostima i costi produttivi, per le auto aumenti fino a 2 mila euro"

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I costruttori: "L'Europa sottostima i costi produttivi, per le auto aumenti fino a 2 mila euro"
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L'Euro 7 potrebbe quadruplicare (se non decuplicare) i costi di produzione dei veicoli rispetto alle stime della Commissione europea. Lo sostiene l'Acea, l'associazione dei costruttori, la quale parte dai calcoli condotti dalla società di consulenza Frontier Economics per evidenziare il rischio di forti aumenti per l'assemblaggio di auto, furgoni, camion e autobus dotati di un motore a combustione interna: si va dai circa 2 mila euro per i veicoli leggeri fino a quasi 12 mila euro per quelli pesanti, per un differenziale, come detto, da quattro a dieci volte superiore ai calcoli di Bruxelles nelle valutazioni di impatto della nuova normativa, quantificate in 180-450 euro per auto e furgoni e in 2.800 euro per camion e bus. 

Listini ancor più alti. L'Acea sottolinea come i calcoli di Frontier Economics riguardino "esclusivamente i costi produttivi diretti, principalmente per attrezzature e investimenti". Pertanto, gli oneri aggiuntivi "non coincidono con i prezzi di acquisto" e i listini rischiano di aumentare ulteriormente: l'associazione parla esplicitamente di incrementi "probabilmente superiori" alle cifre indicate nello studio. D'altro canto, l'analisi pone l'accento su un altro aspetto, ossia i costi indiretti. Infatti, l'Euro 7 rischia di determinare un maggior consumo di carburante del 3,5% nell'intero ciclo di vita (Frontier Economics, per esempio, cita l'obbligo di installazione di catalizzatori, per i quali sarà necessario del combustibile aggiuntivo per migliorarne il riscaldamento al momento dell'avviamento del veicolo): per le sole auto, si avrà un onere supplementare di 650 euro. "Questi costi indiretti, ignorati nella valutazione d'impatto della Commissione, si aggiungono a quelli diretti"., sottolinea l'associazione. "Inoltre, si aggiungerebbero al costo totale di possesso di un veicolo, esercitando ulteriori pressioni finanziarie sui consumatori e sulle imprese in un momento di alta inflazione e aumento dei prezzi dell'energia".

Pochi risultati, tante spese. I calcoli sono, quindi, la base per confermare gli allarmi già lanciati dalla stessa Acea per il tramite del suo presidente Luca de Meo, da altre organizzazioni di rappresentanza del settore e anche da diversi governi su una normativa sostanzialmente inutile, soprattutto alla luce della decisione di spingere sull'elettrico con lo stop alla vendita di auto a benzina o diesel per il 2035. Del resto, la stessa associazione ritiene che l'Unione Europea, con le attuali normative Euro 6 (Euro VI per i veicoli pesanti), abbia gli standard più completi e rigorosi al mondo per le emissioni inquinanti, soprattutto sul fronte del particolato e degli NOx (ossidi di azoto). "La proposta per l'Euro 7 avrebbe un impatto ambientale estremamente basso a un costo estremamente elevato", argomenta il direttore generale dell'Acea Sigrid de Vries. "Grandi benefici per l'ambiente e la salute saranno raggiunti dalla transizione all'elettrificazione" e, al contempo, dalla sostituzione dei veicoli più vecchi in circolazione sulle strade dell'Ue con modelli Euro 6/VI.

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