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Succede che le auto elettriche esistono e alla 1000 Miglia lo sanno. Così gli organizzatori hanno affiancato alla Corsa più bella del mondo un alter ego a zero emissioni, la 1000 Miglia Green. Gara di regolarità alla quale partecipiamo con quattro equipaggi. Per difendere il titolo conquistato lo scorso anno...

Industria e Finanza

Transizione ecologica
1000 Miglia Green, segnali di fiducia: "La tempesta può essere superata"

Transizione ecologica
1000 Miglia Green, segnali di fiducia: "La tempesta può essere superata"
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Dalla 1000 Miglia, o meglio dalla sua declinazione Green, arrivano segnali di preoccupazione e al contempo di ottimismo sulla transizione ecologica e sul futuro della mobilità elettrica. "L'industria automobilistica a Brescia sta tenendo, ma ha dei timori", ha spiegato Franco Gussalli Beretta, presidente della Confindustria locale, durante il talk che si è tenuto in vista della gara. Ed è proprio ai margini della competizione di regolarità dedicata alle elettriche - alla quale parteciperemo anche noi di Quattroruote - che è stata sottolineata l'importanza della neutralità tecnologica: "Esistono delle alternative alla mobilità a batteria, come l’idrogeno o i carburanti alternativi", ha continuato Gusalli Beretta, secondo cui bisogna "contrastare l’approccio ideologico" delle istituzioni europee: "La nostra industria è pronta ad affrontare la transizione, ma non con la miopia di una sola soluzione". 

Libertà di scelta. Dello stesso avviso Andrea dell’Orto, numero uno dell’omonima azienda: "Il motore endotermico sarà decisivo per la transizione grazie all’ibridazione o ai carburanti alternativi", ha spiegato l'imprenditore. "Noi non abbiamo intenzione di abbandonare le tecnologie tradizionali, bensì di puntare sulla convivenza delle diverse soluzioni: usiamo le vecchie tecnologie per sviluppare le nuove". Da Bruxelles, dunque, non devono arrivare divieti. Infatti, per Federico Brivio della Bosch, "è fondamentale dare delle linee guida e poi lasciare alle aziende la libertà di sviluppare le idee". L'idrogeno, per esempio, "può aiutare in questa transizione". Ne è convinto anche Paride Saleri, numero uno della Omb Saleri: "Siamo in una tempesta ed è normale avere paura. L’idrogeno potrebbe essere una strada d’uscita da questa tempesta. È un nostro dovere di imprenditori cogliere le opportunità e trovare delle vie d’uscita, abbiano ancora 15 anni di tempo e come industriali dobbiamo guardare al futuro senza paura".

No a divieti, sì all'innovazione. "Non ci spaventano i cambiamenti", ha aggiunto Guido Guidesi, assessore allo Sviluppo economico della Lombardia. "Serve, però, innovazione e l’innovazione ha bisogno di libertà. Non diciamo no al cambiamento, ma chiediamo solo neutralità tecnologica per sfruttare tutte le nostre capacità competitive. La neutralità tecnologica serve per evitare un suicidio economico". Del resto, i rischi per la filiera sono elevati. Secondo Saverio Gaboardi, presidente del Cluster lombardo della Mobilità, la transizione verso l’elettrico mette in pericolo almeno un terzo dei 50 mila posti di lavoro legati all'industria dell'auto regionale. Anche per questo, Roberto Vavassori, direttore delle relazioni istituzionali della Brembo e membro del Consiglio generale di Anfia, ha chiesto di abbandonare un "virtuosismo imposto in modo ideologico", per privilegiare "un approccio olistico: fermiamoci un momento perché siamo preda di un eccesso europeo. C’è una mania regolamentare, invece servirebbero più ricerca e sviluppo, più filiere per essere più competitivi". In ogni caso, per Alberto Piantoni, numero uno della società organizzatrice della 1000 Miglia, non bisogna avere paura: "Non dobbiamo trovare un porto sicuro, ma navigare tra le incertezze senza timori".

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