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Industria e Finanza

Gruppo FCA
Marchionne e le "Confessioni di un drogato di capitale"

2014-sergio-marchionne

Per non sembrare un'Alice nel paese delle meraviglie Sergio Marchionne cita Alice nel paese delle meraviglie. O meglio, il seguito del capolavoro di Lewis Carroll, Attraverso lo specchio. E lo specchio in cui guarda il ceo di Fca è quello dell'industria automobilistica per argomentare, in 26 pagine di slide presentate nella conference call con gli analisti, le ragioni del consolidamento del settore auto. L'analisi si intitola Confessioni di un drogato di capitale ed è un vero e proprio pamphlet, non polemico ma vibrante di grafici, torte e istogrammi.

Integrazione sì, ma per FCA... Dopo aver in più occasioni insistito sulla necessità di un'integrazione di largo respiro per ridurre la dipendenza da capitale che distrugge valore nel settore (e aver ricevuto una sostanziale indifferenza da parte delle altre Case, per lo meno nelle dichiarazioni pubbliche), Marchionne mette in chiaro che l'obiettivo del proprio contributo è "fornire chiarezza su due questioni sollevate pubblicamente da Fca: il settore non ha remunerato il costo del capitale nel corso di un ciclo economico. E il consolidamento è la chiave per rimediare al problema". In quella che, per alcuni versi, sembra una chiamata alle armi, il ceo mette comunque i puntini sulle 'i'. La richiesta di consolidamento: non è una scusa per giustificare l'attuale posizione di Fca nella filiera automobilistica, non significa mettere Fca in vendita, non rappresenta una revisione del piano quinquennale (che rimane un impegno fermo), non è una questione di vita o di morte per Fca, non è l'ultima grande operazione dell'amministratore delegato Sergio Marchionne. È invece "uno "sguardo spassionato sul settore con conoscenze interne". Si tratta, in ultima analisi, di scegliere tra la "mediocrità e il cambiamento radicale del paradigma del settore".

Coinvolgere Apple o Google? Nelle slide si fa presente come le spese in conto capitale e le esigenze di investire in R&S siano cresciute in modo significativo negli ultimi: il Capex e le spese R&S sono infatti salite dai 76 miliardi del 2010 a 122 miliardi l'anno scorso e per il futuro è previsto che la soglia di capitale necessario salga ulteriormente a causa in particolare delle nuove sfide tecnologiche, delle normative sempre più stringenti e delle aspettative della clientela sul fronte per esempio delle auto connesse. Tanto che, aggiunge poi Marchionne rispondendo agli analisti, si potrebbe parlare anche con ''Apple e Google'' se l'appello per un taglio dei costi nell'industria automobilistica dovesse essere respinto dal settore

L'industria brucia capitale. Fca sottolinea poi che i costi di sviluppo dei prodotti "stanno consumando valore a un tasso molto più rapido rispetto ad altri settori", mentre "l'elevato leverage operativo amplifica la volatilità della redditività lungo il ciclo". Tutto ciò si traduce in ritorni sul capitale investito "bassi e volatili". In pratica, spiega Marchionne, le case automobilistiche spendono "un ampio ammontare di capitale per sviluppare componenti proprietarie, non distinguibili per la maggior parte dai consumatori". Una delle soluzioni e' ridurre il numero delle piattaforme e aumentare le dimensioni di scala. In particolare, alcuni produttori come Volkswagen e Toyota puntano alle economie di scala tramite la condivisione di piattaforme tra diversi brand e altri cercano collaborazioni, joint venture o altre tipologie di legami azionari. Tuttavia queste soluzioni "hanno prodotto finora risultati esigui" e i ritorni e le valutazioni sono "ancora depressi" per tutta una serie di fattori. Il consolidamento è allora decisivo perché "non sono da ignorare i potenziali risparmi", quantificati da Fca in 2 miliardi di euro solo sul fronte dei costi di sviluppo dei prodotti. Il gruppo, per esempio, potrebbe eliminare 1 miliardo di euro l'anno di spese per motori e trasmissioni in caso di integrazione con un altro grande produttore. "Le combinazioni di Fca con un altro grande produttore genererebbe benefici per 2,5/4miliardi di euro l'anno", si legge in una slide successiva.

Il consolidamento è un'opportunità eccezionale. I grandi produttori hanno speso più di 100 miliardi di euro per lo sviluppo di prodotto nel solo 2014, circa 2 miliardi a settimana, e sono destinati a investire a tassi simili nel futuro; storicamente i rendimenti sono stati ampiamente al di sotto del costo del capitale, anche dopo la ristrutturazione dell'industria automobilistica degli Stati Uniti; singoli progetti, joint venture e iniziative analoghe sono utili, ma non sono sufficienti; il tasso di consumo del capitale è inaccettabile perché crea duplicazioni, non genera valore per i consumatori ed é un puro spreco economico. Dunque "il consolidamento comporta rischi di esecuzione ma i benefici sono troppo grandi per ignorarli: fino a 4,5 miliardi di euro l'anno, di cui il 70% in termini di riduzione degli investimenti e delle spese per R&S; ottimizzazione delle allocazioni industriali senza alcun impatto sul numero degli occupati; reti di vendita e brand non interessati dal consolidamento; un'eccezionale opportunità di creare valore per gli azionisti". Per Marchionne, si tratta in definitiva di una "questione di stile, di leadership e capacità". La chiusura, con tanto di illustrazione, è affidata a una frase scritta da Lewis Carroll: "ti serve tutta la tua capacità di correre per restare nello stesso posto, ma se vuoi andare da qualche altra parte devi correre almeno il doppio più veloce di così".

Fabio De Rossi

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