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McLaren e BMW
Di nuovo insieme per i motori a combustione interna

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Poche righe che, da sole, bastano a riaccendere entusiasmi e rievocare esiti automobilistici assolutamente fuori catalogo: con una breve nota per la stampa, la McLaren ha annunciato i primi dettagli della partnership da cui nasceranno i motori delle sue supercar di prossima generazione.

Il capolavoro F.1. L'alleanza, costituita da sei membri, trova nel Gruppo BMW il nome di maggior spicco e la ragione stessa del suo fascino. Perché gli ingegneri di Monaco avevano già firmato il 6.1 V12 aspirato della McLaren F1 del 1992, una delle sportive più acclamate di tutti i tempi.

Più potenza specifica, meno emissioni. La tecnologia che sarà sviluppata dal sodalizio, scrivono da Woking, consentirà da un lato di raggiungere valori di potenza specifica non possibili con i powertrain odierni e, contemporaneamente, un significativo incremento dell'efficienza, con conseguente contenimento delle emissioni di CO2.

Sei realtà di riferimento. Il progetto, parzialmente finanziato con fondi pubblici messi a disposizione dal governo britannico tramite l'Advanced Propulsion Centre, vede, oltre al coinvolgimento della BMW, quello della Ricardo (costruttore dell'attuale 3.8 V8 biturbo impiegato su tutta la gamma McLaren), dell'Università di Bath, di Grainger & Worrall, azienda specializzata nella fusione di leghe leggere, e della Lentus Composites.

Fabio Sciarra

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