Ecco come potrebbero essere i contributi 2022
Gli aiuti al settore dell’auto, sia sul fronte industriale (quello del sostegno all’industria impegnata nella transizione ecologica), sia sul fronte commerciale (quello degli incentivi al rinnovo del circolante) sono prepotentemente tornati in cima all’agenda della politica. Nulla è stato ancora decisom ma la partita tra governo e legittimi portatori d’interessi, in quest’occasione spalleggiati anche dai sindacati metalmeccanici, potrebbe concludersi nel giro di pochissimi giorni.
Il nodo dei motori termici. Limitatamente agli incentivi all’acquisto di auto nuove, in queste ore si scontrano due correnti di pensiero: da un lato c’è chi vorrebbe limitare i contributi dello Stato alle auto elettriche e plug-in in una prospettiva di medio periodo (triennale); dall’altro chi, invece, vorrebbe comprendere (come è stato fatto in varie fasi nell’ultimo anno e mezzo) anche le auto a benzina, gasolio e ibride, eventualmente limitando questi ultimi aiuti al solo 2022.
Bonus da 3 mila a 9 mila euro. La decisione, alla fine, sarà politica ma la base di partenza della discussione non dovrebbe scostarsi molto dalla proposta che una parte del parlamento avrebbe voluto inserire nella legge di bilancio per il 2022, rimasta in sospeso fino al 21 dicembre e poi inaspettatamente decaduta per l’indisponibilità del governo. L’ipotesi in campo ricalcherebbe lo schema degli ultimi incentivi e, tranne che per la fascia di vetture tra 61 e 135 g/km di CO2 - limitata al 2022 - avrebbe durata triennale con contributi crescenti al diminuire delle emissioni ma calanti negli anni. Il contributo statale sarebbe vincolato a uno sconto da parte della concessionaria (pari ad almeno 1.000 euro senza rottamazione, o almeno 2.000 euro con rottamazione). In pratica i contributi, per il 2022, andrebbero da un minimo di 3.000 euro (per la fascia 21-60 senza rottamazione) a un massimo di 9.000 euro (per la fascia 0-20 con rottamazione). Lo schema sarebbe il seguente:

Si abbassa la soglia di prezzo. Come in passato, non tutte le auto che rientrano nella fascia di emissioni indicata potrebbero beneficiare dell’incentivo, ma solo quelle al di sotto di una soglia di prezzo (accessori compresi, ma escluse Iva e Ipt escluse). Questi limiti, però, rispetto al passato, verrebbero ritoccati verso il basso: si parla di 35 mila euro per le auto della fascia 0-60 (erano 50 mila) e 25 mila per la fascia 61-135 (erano 40 mila). Una riduzione della platea di auto acquistabili funzionale alla necessità far durare di più gli incentivi ed escludere le auto acquistate prevalentemente dalle fasce sociali medio-alte e alte della popolazione.
Un miliardo all’anno per tre anni. Il nodo più impegnativo da sciogliere è però quello delle risorse. La proposta presentata a dicembre in parlamento prevedeva una dotazione di 1.250 milioni di euro per il 2022 (900 nella fascia 0-60 e 350 nella fascia 61-135), 1.000 milioni per il 2023 e 1.100 milioni per il 2024. Pare che l’ipotesi attorno alla quale si sta discutendo in questi giorni preveda una dotazione di un miliardo di euro all’anno per il triennio 2024. Ma mentre per gli anni 2023 e 2024 tutta questa somma verrebbe riservata ai veicoli nella fascia 0-60, per il 2022 l’ipotesi è di destinarne un quarto, ossia 250 milioni, alla fascia 61-135 g/km.
L’auto da rottamare. Analogamente al passato, l’auto da rottamare dovrebbe essere immatricolata da almeno dieci anni e intestata da almeno 12 mesi all’acquirente di quella nuova o a un suo familiare convivente risultante dallo stato di famiglia. Come già accaduto, infine, l’iniziativa terminerà nel caso in cui i fondi (com’è probabile) dovessero terminare prima del 31 dicembre di ogni anno.
È solo un’ipotesi. Come detto, la discussione tra i partiti e il governo e tra quest’ultimo e le parti sociali (industria e sindacati) è tuttora in corso e non è escluso che i termini dell’iniziativa cambino, anche radicalmente, rispetto a quelli indicati. Anche perché molti vorrebbero includere nell'iniziativa i veicoli commerciali leggeri, con un extrabonus per quelli elettrici, cosa che a parità di stanziamenti potrebbe ridurrebbe i contributi per le auto. Si capirà nei prossimi giorni se le tessere di questo complesso puzzle andranno a posto in tempi ragionevoli, oppure genereranno un ulteriore effetto attesa su un mercato dell’auto ormai asfittico.
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