Daimler sfida Uber: a Milano debutta l'app per le auto bianche
mytaxi (rigorosamente in minuscolo) apre i battenti a Milano. E i guanti della sfida sono subito due, a Uber e alle centrali radiotaxi, lo storico sistema utilizzato dalle auto bianche per farsi raggiungere dai clienti. Sviluppata per mettere in comunicazione diretta tassisti e passeggeri, l'app del Gruppo Daimler è attiva da stamane, pronta a cogliere il "traino" del Salone del Mobile e l'imminente Expo: la concorrenza, insomma, si annuncia subito serratissima.
L'Italia settimo mercato. Nata ad Amburgo nel 2009 Niclaus Mewes e Sven Külper e acquistata da Stoccarda lo scorso settembre, mytaxi è parte integrante di moovel, la piattaforma di mobilità individuale che include già car2go. Il servizio è attivo in una quarantina città di sei diversi Paesi (Stati Uniti, Polonia, Austria, Germania, Svizzera, Spagna), dove vanta 45 mila taxi attivi. L'Italia rappresenta dunque il settimo mercato: il lancio è stato presentato stamane dallo stesso Mews, dalla general manager locale Barbara Covili, dall'assessore al Commercio Franco D'Alfonso e da Paolo Lanzoni, communication manager di Mercedes-Benz Italia. Uno schieramento ufficiale, anche da parte della stessa Casa, messo sul campo per dare un preciso segnale sulla portata dell'investimento e delle ambizioni.
Come funziona. mytaxi, disponibile gratuitamente per smartphone iOS e Android (Windows Phone arriverà in un secondo momento), permette di richiedere il taxi più vicino, geolocalizzando la posizione del passeggero: una volta individuato, il cliente può visualizzare dettagli della vettura (inclusi targa, modello d'auto, foto del conducente) e controllarne l'avvicinamento sulla mappa. Sul lato tassista, l'app individua il cliente e lo conduce a destinazione per il prelievo. Per il pagamento fa fede il tassametro, come in un normalissimo viaggio: il cliente può pagare via carta di credito (preregistrata al momento dell'iscrizione), ma se necessario è sempre possibile ricorrere al contante (ad esempio quando il segnale Internet è disturbato o assente). In futuro, inoltre, è previsto il supporto per PayPal. Non manca un indispensabile sistema di valutazione, da 1 a 5 “stelline” e attivo su entrambi i fronti: il cliente valuta il servizio ricevuto, ma lo stesso può fare il tassista, segnalando eventuali comportamenti scorretti. Ad esempio, in caso di molteplici prenotazioni andate a vuoto è previsto un "ban" dall'app.
La concorrenza. Per le sue caratteristiche e l'architettura peer-to-peer, è chiaro che mytaxi si posiziona come rivale naturale di Uber. In effetti, la società di Travis Kalanick era il convitato di pietra di stamane: “Lavoriamo solo con tassisti con licenza, rispettando tutte le regole e non riteniamo che quelle esistenti debbano essere cambiate”, ha sottolineato Covili. Di più: “Siamo l'alternativa reale, legale, che permette ai tassisti di far parte di un sistema di chiamata in continua crescita”. Che l'app stia dalla parte delle auto bianche, da due anni in guerra contro l'ormai ex start-up americana, è palese: non a caso, oltre a fornire uno strumento tecnologico di livello equivalente, il Gruppo Daimler prevede anche condizioni agevolate per l'acquisto di mezzi (ad esempio per la Mercedes-Benz Classe B, pagabile a rate e con un programma di manutenzione, oppure per il Vito) e dei corsi ad hoc. Quanto ai radiotaxi, i nuovi player scelgono la strada del politically correct: “Noi non chiediamo alcuna esclusiva né canoni, siamo convinti di rappresentare un'opportunità in più e non ci mettiamo in contrapposizione. Ci dispiace che ci siano atteggiamenti di chiusura, saremo complementari anche sul fronte del numero unico (a quanto pare in arrivo entro Expo, ndr)". Da vedere come risponderanno le centrali radio milanesi. Intanto, mytaxi mette i puntini sulle i: “Non ci sono costi fissi, obblighi contrattuali, tasse annuali, mensili, costi di recessione o corse obbligatorie. Si pagano solo quelle effettuate”.
Campagna acquisti. A Milano oggi ci sono 4.500 taxi ed è evidente che la partita per conquistarli è già iniziata: mytaxi spiega di aver già ricevuto “200 adesioni”, soprattutto tra quel 25% di conducenti “indipendenti”, cioè non affiliati a una cooperativa. Per gli altri, la campagna di reclutamento è molto aggressiva: fino al 30 settembre 2015, il servizio non prevede alcuna commissione, lasciando a un momento successivo le riflessioni sul modello di business. “Lo concorderemo con gli stessi tassisti - ha precisato Covili - Discuteremo con loro se sia meglio una soluzione a quota fissa, oppure a percentuale”. Altra carta da giocare: mytaxi è già usata da clienti di altri Paesi, i quali potranno sfruttare il servizio anche a Milano, come se si trattasse di una specie di “roaming”, una possibilità appettibile in vista di Expo. Intanto, sotto il Duomo potrebbero presto arrivare delle vetture brandizzate.
Lancio aggressivo. Per ora, Daimler si concentrerà sul capoluogo lombardo, ma è certo che prima o poi il servizio si espanderà anche in altre città come già successo con car2go. Per rendere il lancio milanese ancora più efficace, il management ha pensato ad alcune promozioni anche per la clientela: “Da oggi e fino al 17 maggio, qualunque corsa effettuata con mytaxi sarà a metà prezzo – ha spiegato Covili – Il passeggero pagherà il 50% della tariffa del tassametro, mentre al resto penseremo noi”. Altra agevolazione è il cosiddetto Referral Program: ogni utente che ne porterà un altro otterrà un voucher di 15 euro, mentre il nuovo passeggero ne avrà 10 da spendere nelle corsa successiva. Avere le spalle coperte da un colosso come Daimler permette di fare scelte di marketing con un certo peso: e forse, su questo fronte, Uber ha trovato pane per i suoi denti.
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