Via gli autovelox dal centro città
Dei “trucchi” che i comuni usano per fare più multe possibile abbiamo parlato l’ultima volta nel numero di agosto di Quattroruote. Il primo è quello di “mettere l’autovelox dove non si può”. E a questo propostito avevamo scritto: “A Firenze il caso piu eclatante. Autovelox automatici lungo strade urbane di quartiere (installati nel 2009 quando era sindaco Matteo Renzi). Peccato che una legge del 2002 dica che non si possa fare: in ambito urbano le apparecchiature automatiche per il controllo della velocità possono essere installate, con autorizzazione del prefetto, soltanto lungo le strade di scorrimento (a carreggiate indipendenti o separate da spartitraffico, con almeno due corsie per senso di marcia, con eventuali intersezioni semaforizzate, aree di sosta estranee alla carreggiata ecc.)”.
“Rilevazione illegittima”. Adesso, finalmente, giustizia è fatta. Il tribunale di Firenze, dopo che incredibilmente un giudice di pace, nel 2013, aveva respinto il ricorso di un automobilista che si era sentito multato illegittimamente, ha sancito che effettivamente “la strada in questione non può considerarsi strada urbana di scorrimento”; che “la qualificazione prefettizia di viale Gramsci sul tratto in cui è presente l’autovelox non è conforme alla legge” e che, pertanto, “la rilevazione elettronica della velocità dell’auto è stata illegittima”.
Manca la banchina.Tra i rilievi sollevati dal ricorrente (la presenza di intersezioni semaforizzate, l’area di sosta con immissioni e uscite concentrate e l’assenza di banchine pavimentate a destra, a proposito della quale si sottolinea che “gli spazi sono occupati da cassonetti della spazzatura e utilizzati per le fermate degli autobus, ciò che è inconcepibile per una strada urbana di scorrimento”), il tribunale ha accolto solo quest’ultimo, affermando che “la funzione della banchina” è “evidentemente omogenea rispetto a quella della corsia di emergenza” e sottolineando che “su viale Gramsci non esistono spazi che possano assolvere a questa funzione, piuttosto esistono spazi destinati a ospitare cassonetti e fermate di autobus o altri ingombri”.
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