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Con le sportive N in pista a Monza

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Con le sportive N in pista a Monza
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La gamma sportiva Hyundai N, che include i20, Kona e i30 in versione hatch e fastback, l’Autodromo nazionale di Monza e Gabriele Tarquini. Un pacchetto di mischia imperdibile in assoluto. Ancor di più per chi, come il sottoscritto, ha trascorso gli ultimi tempi con una forte astinenza da pista. Insomma, poter calcare l’asfalto storico del tracciato brianzolo, che quest’anno festeggerà i suoi primi cento anni, è un colpo di adrenalina che ci voleva, e che desideravo condividere con voi. Con le vetture Hyundai N veloci e divertenti, da scoprire e riscoprire, su una pista dove i cavalli sembrano non bastare mai. C’è tanto da gustare e l’occasione arriva con una tappa dello Hyundai Driving experience, un corso di guida impostato su due livelli: quello di un giorno e mezzo o di due giorni e mezzo, rispettivamente con costi, nel caso di Monza, che variano dai 429 euro (i20 N) ai 529 (i30 N), oppure da 799 euro (i20 N) agli 899 (i30 N). Ciò consente ad appassionati e potenziali clienti di conoscere e guidare i modelli più performanti del marchio coreano sui tracciati più belli d’Europa. Tanto è vero che la prossima tappa sarà al Nürburgring GP Track e, udite udite, addirittura sul Nordschleife. 

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Tarquini, che star. A farci da “tutor” e da driver speciale il primo giorno è stato Gabriele Tarquini, supercampione anche di longevità e passione, che nel 2018 ha vinto la Coppa del mondo Turismo con la i30 N e che, a fine 2021, ha annunciato il suo ritiro dalle competizioni. La passione per la guida, però, è sempre la stessa, tanto che, dopo una giornata spesa a portare in pista i giornalisti, Tarquini mi ha detto: “Mi sono divertito”. Unico, anche quando racconta delle auto che guidava all’inizio della carriera 

Kona, che forza! La prima parte del test ci porta subito nel vivo. Due giri a bordo della Kona N (prezzo di listino, 42.800 euro), prima da solo, e poi di fianco a Tarquini. La nuvoletta di Fantozzi, però, ci mette lo zampino, e appena usciti dalla pit-lane, si rovescia un acquazzone a macchia di leopardo che tocca, manco a dirlo, le zone più toste della pista: Variante della Roggia, “Ascari”, Parabolica. Bene, sarà più divertente. Visto anche il ridotto tempo a disposizione, opto per un setup prudente, che include: modalità Sport, cambio in manuale sfruttando i paddle ed Esc in Sport (con soglia d’intervento più alta: ma può essere totalmente disattivato). Le modalità di guida sono cinque: Eco, Normal, Sport, N (con tasto dedicato sul volante, che agisce anche sulla taratura delle sospensioni, del differenziale autobloccante a controllo elettronico e sul cambio doppia frizione a otto marce) e Custom, che consente di personalizzare l’assetto agendo sui singoli parametri (motore, controllo della stabilità, sound e carico volante).

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Inseguendo il campione. Mi trovo proprio dietro a Tarquini. Cerco di seguirlo, per vedere che traiettorie fa, come guida. Ci riesco solo in parte. nonostante sulla Kona del campione di Giulianova ci siano altre due persone (con oltre 150 chili di peso in più), mentre io sono da solo. Il “vantaggio” è pura teoria. Alla prima, stretta variante la Kona N si inserisce molto bene, anche grazie al retrotreno multilink che fa girare bene la crossover: in uscita, giù tutto, con un certo pattinamento dell’avantreno, neutralizzato dal cambio marcia dalla seconda alla quinta. Mi preparo alla Curva Biassono (o “Grande”): Tarquini è già avanti, però la Kona mi istiga, tanto da percorrere la veloce piega destrorsa a oltre 210 orari. Poi, verso la staccata della Roggia, ecco il primo schiaffone d’acqua. Attivo i tergicristalli al massimo, ma questo mi fa perdere concentrazione: riesco comunque a staccare tra i 300 e i 200 metri, con una buona sensazione di potenza e di modulabilità da parte dei freni. La Kona N si mostra rapida nel cambio di direzione alla “Roggia”, e questo piace molto: se utilizzi poco angolo volante, la compatta si rivela sì pimpante e reattiva, ma non troppo impegnativa (nonostante l’asfalto traditore): anche in uscita di curva, sul breve dritto che porta alla prima curva di Lesmo. 

Potenza gestibile. Il motore, che è il 2.0 turbo da 280 CV che equipaggia anche le i30 N, è tanta roba, qui, su 4,22 metri di carrozzeria e su 1.585 chili di peso in ordine di marcia. Kona che può far conto anche su una generosa gommatura da 19 pollici, con pneumatici 235/40. E se alla prima di Lesmo entro in terza, con le “uova” sotto il piede destro, per poi passare in quarta quando vedo l’uscita, fa un certo non so che il tratto velocissimo che porta alla Variante Ascari. Anche qui si entra in terza, salendo un po’ sul cordolo interno (che Tarquini prende in pieno, divertendosi poi a correggere), poi si passa in quarta a metà, nel cambio di direzione. E allora sembra di correre sul filo, con la macchina che trasmette informazioni di continuo. In uscita, tutto giù col piede destro verso la Parabolica, dove ci attende un altro “schiaffone” d’acqua dal cielo. Questa volta avviene quasi in staccata, così arrivo un po’ “lungo”. Poco male, si riaccelera, guadagnando la fascia più esterna del curvone, per poi entrare nel rettilineo principale, dove sboccava l’Anello di alta velocità. Dico la verità, quando mi tocca scendere dalla Kona, dopo lo show a bordo dell’auto di Tarquini nel secondo stint, mi dispiace: avrei approfondito volentieri ancora il “tema” Kona N, perché va veramente forte.

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Oltre il guado. La mattina seguente viene dedicata a interessanti test che ci hanno coinvolto, per esempio, in un testacoda provocato sul bagnato partendo in retromarcia, e in una prova cronometrata di agilità fra i coni con la i20 N (prezzo 29.200 euro, motore 1.6 turbo, 204 CV, 1.265 chili, cambio manuale a sei marce), in un mini-tracciato ricavato alla prima variante. Quindi, si è passati ai test di frenata in curva alla Parabolica con “recupero” della traiettoria ideale e di evitamento di un ostacolo sul rettilineo dei box. Poi arriva il clou, con la sessione di giri sull’anello del Gran premio, con la i30 N Fastback 2.0 T-GDI Dct (44.800 euro, lunghezza 4,46 metri, 1.549 chili, gommatura 235/35R19), che, a differenza della hatch, non avevo mai provato. Ma è destino che non si riesca a fare un giro solo sull’asciutto in quel di Monza. Sull’Autodromo nazionale inizia a piovere sempre di più: comunque, meglio così, rispetto a condizioni non definite. Nell’abitacolo ritrovo gli elementi della hatch, con la strumentazione analogica (sulla Kona N è digitale): tutto è facile da trovare e la seduta è ben regolabile. Anche stavolta devo rinfoderare le velleità da setup estremo, perché le condizioni sono stuzzicanti, ma delicate. Siamo un gruppetto di tre N, più la safety, guidata da un esperto istruttore tedesco. Ci diamo il cambio dietro di lui, ma si vede che il nostro “teacher”, pur fidandosi, resta abbottonato, tanto che sul rettilineo dei box non superiamo i 200. Forse è giusto così, perché a Monza, anche in queste condizioni si gira comunque spediti, e bisogna avere occhio vigile quando si marcia in gruppo serrato. Infatti, sul dritto, qualcuno di noi esce sempre di scia per avere una visibilità migliore. Nel “lago” brianzolo, comunque, la i30 N con la coda fa un’ottima figura, e risulta progressiva e gestibile anche quando perde aderenza. Come mi è capitato in rilascio alla prima di Lesmo, inserendo la vettura in terza: è bastata una correzione rapida, ma alla portata, e la vettura è tornata sotto controllo. Sì, della N più lunga mi è piaciuto l’equilibrio, dalla frenata al comportamento in curva. Una sportiva che può contare sul 2.0 turbo da 280 CV e sul cambio doppia frizione N Dct a otto marce, i cui rapporti, dalla sesta a salire risultano piuttosto lunghi. Anche la i30 N hatch vanta la stessa filosofia: prestazioni molto elevate, ma gestibili, anche da parte di chi pilota non è. Con tutte le sfumature dei settaggi e dei sistemi dinamici a disposizione, per aggiungere pepe e personalizzazione alla guida. Sì, mi sono divertito, e la i30 N Fastback mi ha aiutato a rendere appagante una giornata che avrebbe potuto rivelarsi ben più impegnativa. 

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