Prost: “Dobbiamo avvicinarci di più ai top team”
Consulente di lusso, stratega, eminenza grigia: chiamatelo come volete, ma Alain Prost, quattro volte iridato di Formula 1, è una persona di peso nella gestione di un team come quello Renault che ancora è alla ricerca della chiave per il successo dopo il suo ritorno nel 2016 al mondo dei Gran Premi. Ecco la sua visione della squadra e delle prospettive per la stagione che sta per incominciare.
A che punto è, secondo lei, la Renault oggi in F.1?
Come in tutti i campi, si procede per tappe: non sono qui tutti i giorni a Enstone, ma ci vengo regolarmente e vedo i cambiamenti, la crescita, la gente che ci lavora, il numero di persone che aumenta e che l’ha fatta diventare una grande squadra, dotata dei mezzi e delle specificità che servono in F.1. Certo, è difficile, è complicato: c’è molta gente che ha la sensazione che la Renault non se ne sia mai andata dai Gran Premi, che sia sempre la stessa squadra con la stessa sede e gli stessi mezzi, ma non è così. Abbiamo dovuto ricominciare daccapo e ora è più facile, continua ad arrivare gente, anche se c’è ancora da fare. Ciò è normale: non c’è nessuna delusione per le scorse stagioni, nessuna sensazioni negativa, perché tutto quello che era previsto è stato fatto. Bisogna conservare questo spirito ed essere realisti. Ci sono degli step per tutte le squadre, anche per quelle che conservano la stessa organizzazione e le stesse persone: serve del tempo per assestarsi, per conoscersi, organizzarsi. Non tutti fanno le stesse cose nello stesso modo e questo è naturale: non siamo ancora arrivati ad armonizzare tutto questo, ma spero che quest’anno si possa iniziare a farlo, grazie alla buona organizzazione che abbiamo messo in atto. E sono i risultati a dare la fiducia e la credibilità esterna: quando si arriva a un certo livello bisogna lavorare molto di più sui dettagli e ciò richiede delle competenze molto specifiche.
È penalizzante essere isolati, non disporre di scuderie clienti, fatta eccezione per la McLaren, o satelliti come avviene, per esempio, per la Red Bull e la Ferrari?
Non sono sicuro che sia un problema e che non crei, per esempio, pressione sui piloti, com’è successo con la Toro Rosso, anche se ha portato a loro dei buoni risultati come Verstappen. Ma per noi è importante conservare la nostra identità, mantenere i nostri riferimenti. Oggi conosciamo tutto, la macchina, il telaio, il motore: non abbiamo bisogno di una Red Bull come termine di riferimento. La Renault si è sempre presa le sue responsabilità dei problemi, che fossero a livello di prestazioni o di affidabilità, ma c’è una oggettività: dovevamo difendere il nostro progetto e l’immagine di un grande costruttore, importante per il marketing. Dunque, c’è un momento in cui le cose non funzionano più ed è meglio guardare al futuro con strade diverse.
A che livello di competitività pensate di poter arrivare quest’anno?
Se separiamo le cose come prestazioni, nonostante l’integrazione necessaria, a livello di telaio e di pacchetto complessivo non credo che siamo ancora alla pari della Red Bull, ma per quanto concerne il motore, non abbiamo alcun timore, sia per le prestazioni sia per l’affidabilità. Abbiamo fatto un gran lavoro, investito molto. Lo giudicheremo dalle gare, naturalmente, anche perché con le nuove regole è difficile capire a che punto ci si trova: il nostro obbiettivo è avvicinarci ai primi, senza assolutamente focalizzarci sulla Red Bull, perché non è un problema di orgoglio. Nel 2018 il distacco dai primi era più o meno di un secondo e mezzo, qualche volta anche di più: dobbiamo essere molto più vicini.
Che impressione le ha fatto Ricciardo?
Lo conosco bene, è una forte personalità: vedremo come andrà, non conosce la vettura, ma la sua presenza costituisce un altro step importante. È un pilota che viene da una squadra forte, ha già vinto dei Gran Premi. Con Nico abbiamo due numero uno, non c’è un primo e un secondo pilota: è molto importante per noi che si scontrino pure in pista, ma che collaborino con lo spirito migliore per la crescita della competitività. Hanno due caratteri completamente diversi, ma questo non è un problema. Ricciardo trasmette molta energia positiva alle persone ed è prezioso avere un pilota così.
Come sono i rapporti tra la Renault e Liberty Media?
Ottimi: aspettiamo di vedere le nuove regole tecniche e sportive per il 2021, ma le relazioni sono buone. Però è un po’ tardi, dovremmo saperne di più già ora.
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