Stessa "spiaggetta", stesso mare
In famiglia l'automobilista era papà, così non rimasi molto colpito quando da ragazzino mi portò a vedere un'esposizione di fuoriserie. Per me, la spider di riferimento restava la 313 di Paperino con il sedile della suocera per QuiQuoQua. Così fra lamiere rosse sfuggenti e certe berlinone scure e austere come le suore del collegio, mi colpì solo una piccola 500. Era color azzurro pastello come il frigo Fiat dei nonni, non aveva tettuccio né portiere e, cosa ancora più stupefacente, i sedili erano in vimini. Accanto le avevano messo sottovetro il libretto di circolazione con il primo e unico intestatario: Agnelli Giovanni, Torino.
Macchinine da lungomare. Per quanto piccolo, conoscevo il personaggio e la cosa mi parve perfettamente plausibile: per un Avvocato con la villa al mare la 500 doveva avere i sedili in vimini e le chiavi sempre nel quadro, per saltarci su con il cesto da picnic. E via, su spiagge molto diverse da quelle che i suoi operai raggiungevano dopo ore di cottura a fuoco lento, inscatolati nelle 500 con il tetto e le portiere roventi. Anni dopo seppi che si trattava della Savio Spiaggina, che aveva dato il via a una serie di macchinine da lungomare come la Fiat Ghia 500 Jolly con la sua tendina da gelataio ambulante, la bellissima 600 Multipla Costiera, la 127 Scout Fissore e la 600 Savio Jungla che papà chiamava "la jeep dei poveri", perché le preferiva la Citroën Mehari e la Mini Moke.
La 500 yé-yé. In era postmoderna, attenuate le differenze ideologiche e di classe, della 500 resta il concetto di dinamismo, praticità e se possibile divertimento. Magari trasformandola in una "spiaggetta" che ha sempre una sua certa classe scanzonata, leggera e bollicina come un aperitivo. Molto più delle cabrio, la Ischia della Carrozzeria Castagna è la 500 yé-yé che ricattura con eleganza lo spirito innovatore e spregiudicato dell'Italia del boom. Una macchinina del tempo che della 500 Jolly conserva i 4 posti e persino il tendalino parasole. Una perfetta auto marina, da attaccare allo yacht come un tender. Facile, facilissima: il taglio delle portiere abbassa la linea e fra dentro e fuori è questione di un attimo.
L'amore per i dettagli. Distintive le finiture, con la carrozzeria a due toni rosso corallo a base parlata, gli interni bicolore di cuoio impermeabili con tarsie nell'immancabile vimini e la bordura in mogano lucido di gran classe. La questione sicurezza è risolta con l'astuto minimalismo delle cinture di sicurezza integrate nei poggiatesta dei sedili anteriori e i due roll bar cromati di gusto nautico. Nonostante le dimensioni molto compatte, le otto movimentazioni elettriche dei sedili permettono la massima facilità di accesso e un grado di comfort per gli spilungoni anche maggiore rispetto alla 500 coperta. Quando l'estate sta finendo e un anno se ne va, non è il caso di farne un dramma: la 500 di Castagna si chiude in tre minuti e quattro scatti con un tendalino scomponibile completato da un kit specifico di vetrature laterali. E che inverno volete che faccia, a Ischia.
Paolo Sormani
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