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Traffico e smog
Italiani più stressati dal parcheggio che dall’inquinamento

Traffico e smog
Italiani più stressati dal parcheggio che dall’inquinamento
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Mentre le amministrazioni locali sono (giustamente) occupate a ridurre l’inquinamento (peccato che con i loro provvedimenti dimostrano di ritenere che le uniche colpevoli siano le auto), dai dati raccolti dall’Istituto nazionale di statistica emerge che, relativamente alla mobilità, la prima fonte di ansia per le famiglie italiane non è lo smog.

Cala l’apprensione da polveri sottili. A dirsi “molto preoccupato” per l’inquinamento dell’aria è infatti il 9,1% degli italiani (percentuale calcolata su 100 famiglie con le stesse caratteristiche). Il dato complessivo, relativo al 2021, si declina diversamente nelle tre macroaree geografiche, con il Nord al 9,3%, il Centro all’8,6 e il Mezzogiorno (Sud e isole) perfettamente nella media nazionale. Diversa la percezione a seconda che si abiti in centro, con il valore che schizza al 19%, o in periferia, di nuovo in media. Interessante è anche notare che il numero delle famiglie che si dichiarano in ansia per lo smog è sceso del 2,5% in periferia e di due punti percentuali al Nord, mentre è rimasto invariato nelle regioni centrali, ma anche nel centro delle città, e risulta in crescita (+0,8%) soltanto nel Mezzogiorno.

Traffico e mezzi pubblici. Più dello smog preoccupa il traffico, citato dal 9,8% delle famiglie interpellate dall’Istat (nel 2020 era il 10,1%). In questo caso, le differenze più evidenti sono quelle tra centro dell’area metropolitana e periferie: 20,4% contro il 9,2% rispettivamente l’anno scorso, 19,5 e 9,1% quello prima. Nella classifica delle fonti di stress, segue la difficoltà di collegamento con i mezzi pubblici, indicato dal 10,7% a livello nazionale (in lieve aumento rispetto alla rilevazione precedente). In questo caso, è chi abita in periferia a dichiararsi più stressato rispetto a chi vive in centro: 14,5 contro 7,5%.

Alla ricerca del parcheggio perduto. E arriviamo alla seconda fonte di preoccupazione delle famiglie italiane rispetto alla mobilità: nel 2021, è stato il 14,7% degli intervistati a indicare la difficoltà di posteggiare come aspetto problematico della vita di tutti i giorni. Nel 2020 era il 13,9%. Più ansiose si dichiarano le regioni del Centro e del Sud & Isole, con il 18,2 e il 16%, mentre al Nord il dato scende al 12,2%. Percentuale che quasi triplica in centro città, raggiungendo il 35,6%, due punti e mezzo in più rispetto al 2020.

Basta buche. Se lo smog inquieta il 9,1% delle famiglie, le cattive condizioni delle strade lo fanno molto di più: nel 2021 le ha indicate come fonte di stress il 18,9% degli interpellati (il 16,3% l’anno prima). Al Centro e nel Mezzogiorno il dato sale al 25,4 e 22,4% rispettivamente, mentre al Nord scende al 13,8. Il problema è più sentito nelle zone centrali delle metropoli (26,9%) che in periferia (19,1%). Chi ha orecchie per intendere, dalle parti degli assessorati alla mobilità, intenda.

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