L’Audi A1 citycarver strizza l'occhio alle sorelle maggiori della serie Q. Si è alzata, rispetto alla Sportback, e non di poco. Cinque centimetri, per l'esattezza, che fanno una bella differenza. Cosicché, per mettersi al volante, non è più necessario abbassarsi. Basta aprire la porta e accomodarsi: il sedile è lì, alla giusta altezza. Una bella comodità. E poi ci si ritrova nel solito ambiente Audi, con qualche tratto di colore in più dovuto all'allestimento speciale che caratterizza l'auto della nostra prova. Che, a dirla tutta, vuoi per il colore arancio Pulse, vuoi per i passaruota allargati, i sottoporta neri e il tetto in contrasto di colore, non passa proprio inosservata.
Audi A1 Citycarver: 5 cm in più fanno davvero la differenza?
Infotainment sempre all'altezza. La posizione di guida rialzata porta con sé una miglior visibilità in avanti e la sensazione, sempre gradita, specie in città, di dominare la strada. Il posto guida è organizzato nel migliore dei modi. L'abbinamento tra il Virtual cockpit e il sistema multimediale Mmi plus è perfetto. Il primo permette di avere sotto gli occhi in modo semplice e intuitivo le informazioni più importanti, compresa la mappa del Gps a tutto schermo, mentre il secondo assicura un collegamento costante alla rete (dispone di una propria scheda Sim dati). Lo si gestisce facilmente con il touch screen sistemato sopra la console, che è orientata verso il guidatore. Il collegamento wireless alle interfacce Android Auto e Apple CarPlay, nel caso si voglia utilizzare il proprio telefono per navigare, semplifica ulteriormente la vita a bordo.
Piccolo ma potente. Il tre cilindri non manca di carattere. I 116 cavalli di cui dispone sono più che sufficienti per muovere con la giusta disinvoltura la citycarver. Va detto, però, che sotto i 2.000 giri la coppia non è tanta e questo, complice anche qualche incomprensione con il cambio automatico, può creare un attimo di apprensione quando si riprende da bassa velocità dopo un rallentamento. Il mille, in compenso, ha il pregio di consumare abbastanza poco. I valori non sono da record, ma soprattutto i 14 km/litro misurati nel ciclo urbano rappresentano un buon risultato.
In curva senza patemi. La maggior altezza influisce ben poco sul comportamento stradale. L'assetto, dotato di ammortizzatori regolabili a controllo elettronico (optional), è sempre ben sostenuto, anche quando lo si utilizza in modalità Comfort. E questo neutralizza, almeno in parte, la posizione più alta del baricentro. Su strada la citycarver è un po' meno rapida e reattiva della Sportback, ma quasi altrettanto piacevole da guidare e, soprattutto, sicura in ogni situazione. In curva rolla un po' di più, per poi filare via senza incertezze sulla traiettoria impostata, ben piantata sulle quattro ruote. Il rovescio della medaglia è un assorbimento non proprio eccezionale delle sospensioni: pavé, tombini e lastroni si fanno sentire. Quanto al rumore, il tre cilindri è piuttosto discreto: lo si avverte soltanto a basso regime, dov'è anche ruvido, oppure quando lo si spinge al massimo.
Prova ripresa da Quattroruote di dicembre 2019, n. 772
Pregi e difetti
AUDI A1 2ª serie
A1 citycarver 30 TFSI S tronic Admired
Pregi
Tecnologia. Il Virtual cockpit e l'Mmi plus rendono tutto più semplice.
Qualità. Cura costruttiva e materiali di livello elevato.
Difetti
Abitabilità. Dietro, qualche centimetro in più per le gambe non guasterebbe.
Cambio. A volte la scelta dei rapporti è perfettibile.
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Audi A1 citycarver - La prova della 30 TFSI s tronic Admired Edition One- VIDEO
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