Jarno Trulli
Sulla scena motoristica italiana, il nome di Jarno Trulli è certamente uno tra i più noti. Il pescarese è riuscito infatti a rendersi protagonista della Formula 1, categoria nella quale ha corso dal 1997 al 2011 conquistando una vittoria e quattro pole position, molto meno di quello che avrebbe meritato.
Gli inizi. Nato il 13 luglio del 1974 a Pescara, papà Enzo e mamma Franca decidono di battezzarlo con un omaggio alla memoria del pilota motociclistico finlandese Jarno Saarinen. Il giovane Trulli eredita dai genitori la passione per il motorsport e a nove anni inizia a prendere confidenza con il kart, fino a ottenere vari successi nelle categorie junior. Dal 1988 al 1990 si fa notare conquistando per tre volte consecutivamente il titolo nella classe 100 SA, portandosi a casa anche il titolo mondiale kart nel 1991 nella stessa categoria e il titolo 125 nel 1994. Quel palmares di tutto rispetto gli permette di fare il grande salto dal kart alle monoposto e di mettersi alla prova nella F3 tedesca: Jarno vince due volte e chiude la stagione del debutto al quarto posto, mentre nel 1996 domina e conquista il primo titolo con le monoposto.
Subito in Formula 1. Sempre nel 1996 arriva la possibilità di un primo test in Formula 1 con la Minardi: una sessantina di giri in totale bastano a Jarno Trulli per conquistare la fiducia di Giancarlo Minardi e di Flavio Briatore, subentrato nel team come socio di maggioranza in quegli anni. Trulli debutta così in Formula 1 come compagno di Ukyo Katayama alla Minardi e corre con il team di Faenza le prime sette gare della stagione, mostrando un buon passo e sfiorando l'impresa della zona punti al GP del Canada, dove però un guasto lo priva di questa soddisfazione. Su di lui mette gli occhi Alain Prost che fa di tutto per portarlo in Prost Grand Prix già dopo la gara di Montréal, nella quale Panis si era infortunato. Un cambio di casacca in corsa che gli frutta il quarto posto al Gran Premio di Germania, oltre a sfiorare l’impresa della vittoria al GP d’Austria dove è leader per 37 giri, prima di ritirarsi per un guasto al motore. Tanto basta per conquistarsi la fiducia di Alain e un contratto da titolare con la Prost per il 1998. Dopo i risultati ottenuti in quelle prime gare con la squadra francese in sostituzione di Panis, le aspettative per il 1998 sono alte. Peccato che la monoposto nasce male e Jarno, così come il suo compagno di squadra, rimedia solo delusioni. Unica magra soddisfazione, il punto conquistato al Gran Premio del Belgio. Anche il 1999 non è una stagione semplice, ma Jarno riesce ad agguantare il secondo posto nel Gran Premio d'Europa, al termine di una corsa fortemente segnata dall'arrivo a sorpresa della pioggia.
Uomo di punta di Eddie Jordan. Archiviata l'esperienza con la Prost, per Jarno si aprono le porte della Jordan Grand Prix, squadra che aveva vinto i GP di Francia e Italia del 1998 e che affronta il 1999 con grandissime aspettative. Per Trulli è l'occasione giusta di potersi schierare con una squadra in grado di garantirgli una possibilità concreta di fare bene, ma la EJ10 del 2000 non è all'altezza del modello precedente e Jarno non riesce a salire sul podio: ottiene diversi piazzamenti a punti e un quarto posto - al GP del Brasile - come miglior risultato. L'anno successivo la storia non cambia: pur conquistando il doppio dei punti, non c’è verso di andare a podio ed eguaglia il suo miglior risultato, il quarto posto nei GP di Spagna e Stati Uniti.
L’occasione alla Renault. Jarno non ha ancora vinto una gara né conquistato un podio, ma la sua guida e il suo ritmo sono ben noti agli addetti ai lavori. Non a caso, è un costruttore come Renault ad interessarsi a lui e a portarlo in squadra a partire dal 2002 con risultati sempre migliori. Nonostante un inizio difficile, segnato dalla mancanza di affidabilità, l'italiano colleziona un quarto posto a Monaco, un sesto in Canada e poi ancora un quarto e un quinto posto nei GP di Italia e Stati Uniti. Le cose migliorano nettamente nel 2003, perché la Renault R23 si dimostra una vettura più solida, in grado di dare a Jarno la possibilità di mettere in mostra le sue reali capacità. Conquista punti in dieci delle sedici gare di quell'anno e al GP di Germania sale finalmente sul podio, occupando il gradino più basso, quello del terzo posto. Ma tanto basta a dargli la spinta per puntare a risultati ancora migliori. Il Mondiale 2004 inizia bene e Jarno Trulli conquista punti nei primi sette Gran Premi, prendendosi il podio in Spagna e festeggiando la sua prima e unica vittoria in Formula 1 al prestigioso Gran Premio di Monaco. La squadra è in forte crescita e in grado di vincere, sembra la volta giusta per puntare in alto. Peccato che l’estate di quell’anno è segnata da fortissime tensioni con Flavio Briatore che portano Trulli al divorzio con la Renault a tre gare dal termine della stagione.
Il passaggio in Toyota. Jarno non si perde d'animo e trova immediatamente posto alla Toyota per disputare gli ultimi eventi della stagione 2004 e familiarizzare con la squadra in vista del della stagione successiva, avendo già firmato un accordo con il costruttore giapponese. A bordo della Toyota TF107, Trulli si toglie qualche sassolino dalla scarpa e conquista due secondi posti in Malesia e Bahrain, oltre a un terzo posto nel GP di Spagna. Anche questa volta c’è l’illusione di qualcosa di grande, ma la storia andrà diversamente. Nelle stagioni successive la Toyota non riuscirà a dar vita a una monoposto sufficientemente competitiva per puntare alla vittoria. Solo nel 2009, approfittando della zona d’ombra regolamentare sul doppio diffusore, il costruttore giapponese ritrova la soddisfazione del podio e Trulli mette le mani sul secondo posto al GP del Giappone di quell’anno. Complice la crisi globale che investe anche il mondo della Formula 1, la Toyota annuncia il ritiro dalla categoria nel novembre di quell'anno, lasciando a piedi Trulli.
Le ultime deludenti stagioni. Dopo l'addio amaro alla Toyota, Trulli trova spazio nel team Lotus Racing, nato per riportare in F1 lo storico brand inglese. Il progetto fa acqua da tutte le parti: lo scarso budget non permette alla Lotus di potersi conquistare un posto di rilievo sulla griglia di partenza e Trulli arranca senza ottenere punti per due intere stagioni. Ormai sfiancato, dopo sedici anni è costretto a dire addio alla Formula 1. Spinto ancora dalla fame di vittoria, nell'estate del 2014 prende al volo l'occasione di approdare in Formula E con il suo team: supportato da Michela Cerruti, fonda il Trulli Formula E Team. L'avventura però è fallimentare e senza futuro: a parte un quarto posto alla terza gara stagionale, il campionato si chiude in ventesima posizione e 15 punti nel carniere. Appeso definitivamente il casco al chiodo, oggi Jarno Trulli è un affermato imprenditore nel settore vinicolo e alberghiero.